Le critiche mosse contro i titoli Cashes di Unicredit, mosse dal fondo hedge Caius, potrebbero incitare campagne analoghe contro altri titoli emessi prima della revisione dell regole sul capitale, sostiene Vaclav Vacikar, analista di Rabobank in una nota ai clienti il 9 maggio. Tuttavia, è improbabile che i regolatori invertano la loro decisione sui Cashes (titoli complessi convertibili in azioni ordinarie) per evitare di diffondere incertezza, ha però aggiunto l’analista.
Il fondo Caius aveva dichiarato negli scorsi giorni che se Unicredit non procederà alla conversione in azioni ordinarie dei Cashes due terzi del suo capitale dovranno essere considerati invalidi in base alla normativa dell’Unione europea.
Le diverse aspettative su come le nuove regole europee influenzeranno il vecchio debito hanno provocato importanti crolli di questi titoli. Le rinnovate incertezze su questi strumenti, il cui rischio sembrava sotto controllo da parte degli investitori, aprono, inoltre, interrogativi possibili nuove sorprese. Secondo quanto scrive Bloomberg queste potrebbero emergere fra i 74 miliardi di dollari di debiti subordinati emessi dalle banche nel periodo pre-crisi.
L’assicuratore britannico Aviva Plc lo scorso marzo aveva comunicato la decisione di “cancellare” le proprie azioni privilegiate col risultato di danneggiare anche i titoli analoghi di altri istituti come Lloyds, Royal Bank of Scotland e Standard Chartered, terreno non più recuperato nonostante Aviva abbia rinunciato a compiere l’operazione nei termini originari.