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Unicredit: i primi cento giorni di Orcel

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Con l’arrivo del nuovo a.d. Andrea Orcel Unicredit sembra aver trovato il modo giusto per cavalcare il business domestico con sorprendente efficacia: lo dimostrano i risultati degli ultimi sei mesi a Piazza Affari con il titolo che ha guadagnato nel periodo il 25%. Secondo quanto scrive Andrea Greco per Affari & Finanza di La Repubblica, per l’a.d. della banca milanese, Andrea Orcel, il nuovo manta per le attività italiane della banca è “crescita, digitalizzazione, semplificazione, recupero di redditività, radicamento italiano”.

Unicredit, cosa sta facendo Orcel

Con questi obiettivi in mente, nei primi cento giorni a capo di Unicredit, Orcel prima di tutto ha snellito prima di tutto “la struttura dirigenziale di vertice composta da 15 persone (erano 27), sfrondando tutte le diarchie, e dimezzare i comitati crediti, scesi a una ventina da 44″.

La seconda mossa forte di Orcel,  è stata ridare autonomia alle attività italiane, espunte dalla società holding e affiancate, con la stessa dignità e autonomia, a quelle di Germania, Europa centrale, Europa dell’Est. E affidate a Niccolò Ubertalli.

Ai piani alti della banca la decisione di dare autonomia all’Italia, anche nella reportistica interna, è letta dai più come la parola fine a tutte le scuse e i veti incrociati che in anni recenti hanno contribuito a giustificare le insoddisfacenti performance della rete italiana; peraltro nemmeno tanto previste.

Quanto alle fusioni, Orcel continua a definirle “un acceleratore delle nostre strategie di crescita”.

Le attese degli analisti per il secondo trimestre

Cresce intanto l’attesa della seconda trimestrale dell’anno, in calendario per venerdì 30 luglio. Secondo il consensus degli analisti, il gruppo bancario milanese dovrebbe mostrare utili medi nel  per 736 milioni di euro. Più rosee le stime di BofA secondo cui il gruppo può sfiorare il miliardo di utili (970 milioni di euro).

Nel frattempo, il gruppo ha ricevuto il via libera dalla Banca centrale europea al progetto di fusione per incorporazione di Unicredit Bank Ireland Public Limited Company in UnicreditSpa. Dopo 25 anni di presenza il gruppo italiano esce dunque dal Paese: una mossa che va verso una semplificazione delle società controllate e del risparmio dei costi.