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Unicredit lancia bond subordinato, ordini superano tre volte l’offerta

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Si conclusa con successo il collocamento UniCredit, effettuato ieri 8 gennaio, di un bond subordinato Tier 2 a 12 anni rimborsabile anticipatamente dopo sette collocando al termine dell’asta titoli per 1,25 miliardi di euro a fronte di una domanda che ha superato i 3 miliardi con richieste giunte da oltre 250 investitori istituzionali.

“Si tratta – si spiega in un comunicato – della prima emissione in formato Tier 2 del 2020, confermando ancora una volta la solida base di investitori e la capacità di accesso al mercato in formati differenti di UniCredit”.

Il prestito pagherà una cedola del 2,731% per i primi 7 anni e ha un prezzo di emissione pari a 100%, equivalente a uno spread di 280 punti base sopra il tasso swap a 7 anni.

Qualora l’emittente decidesse di non esercitare l‘opzione call, la cedola per il successivo periodo fino a scadenza verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap a 5 anni alla fine del settimo anno, aumentato dello spread iniziale.

Grazie alla forte risposta del mercato, il livello inizialmente comunicato al mercato di circa 310 punti base sopra il tasso mid-swap è stato prima rivisto a 290 punti base e infine fissato a 280 punti base, con size finale di 1,25 miliardi di euro. L’emissione è stata ripartita in Gb (39%), Francia (19%), Germania/Austria (12%) e Italia (10%).

Barclays, Bbva, Credit Agricole Cib, Mediobanca, Morgan Stanley e UniCredit Bank Ag hanno curato il collocamento ricoprendo il ruolo di joint bookrunner.

Fondo sovrano Mubadala dimezza partecipazione nella banca

Nel frattempo, secondo quanto riportato da Consob, il fondo sovrano di Abu Dhabi, Mubadala, ha più che dimezzato la sua partecipazione in UniCredit passando a circa il 2,02% a partire dal 20 dicembre, in calo rispetto a una quota del 4,99% di giugno. La quota venduta dal fondo è valutata circa 850 milioni di euro.

Il fondo di Abu Dhabi ha acquistato la partecipazione nel 2010 come parte della strategia di diversificazione degli investimenti dall’economia petrolifera dell’emirato. All’epoca dell’acqusizione la partecipazione era stimata in circa 1,8 miliardi di euro.