Dopo Commerzbank, nuova mossa a sorpresa di Unicredit va all’assalto di Banco BPM. Questa mattina, 25 ottobre, la banca italiana guidata da Andrea Orcel ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm. Lo si legge in una nota dell’istituto bancario, in cui si specifica che il controvalore complessivo dell’offerta, sempre in caso di integrale adesione, sarà di poco superiore ai 10 miliardi di euro. Questa mossa avviene in un contesto di crescente speculazione nel settore bancario italiano e mentre Unicredit è già impegnata nell’acquisizione di una quota significativa di Commerzbank.
Dettagli dell’offerta
L’offerta proposta da Unicredit è fissata a 6,657 euro per azione di Banco BPM, basata sul prezzo delle azioni di Unicredit che, alla chiusura dell’ultima seduta prima dell’annuncio, si attestava a 38,041 euro. L’operazione è descritta come “autonoma e indipendente” dall’investimento in Commerzbank, sottolineando la strategia di espansione di Unicredit nel mercato europeo.
“L’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm – spiega ancora il comunicato – è autonoma e indipendente dall’investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale di Commerzbank” su legge in una nota, in cui si spiega che “le discussioni relative a Commerzbank sono state già prolungate nel rispetto delle prossime elezioni (in Germania il prossimo febbraio) degli stakeholder della banca. La posizione rimane un importante investimento con protezione in caso di ribassi e con sostanziale potenziale “upside”.
Motivazioni strategiche
Unicredit ha dichiarato che l’integrazione con Banco BPM consentirebbe di massimizzare le potenzialità dei due gruppi in Italia e rafforzerebbe la posizione della banca come terza entità europea per capitalizzazione di mercato. Secondo la nota ufficiale, “l’aggregazione permetterà la piena valorizzazione delle potenzialità dei due gruppi” e contribuirà a creare una realtà bancaria più solida e competitiva”. In pratica, la terza banca europea per capitalizzazione di mercato.
Unicredit specifica inoltre che l’Ops su Banco Bpm, che punta al delisting dell’istituto guidato dall’a.d. Giuseppe Castagna, sarà efficace se raggiungerà il 66,67% del capitale. La soglia minima potrà tuttavia essere abbassata, a patto che UniCredit ottenga almeno il controllo del 50% più una azione.
“L’offerta pubblica di scambio volontaria è subordinata all’approvazione della proposta di delega per l’aumento di capitale al servizio dell’offerta da parte dell’assemblea dei soci dell’afferente e del documento di offerta da parte di Consob. L’offerta è anche subordinata all’approvazione senza condizioni da parte delle competenti autorità antitrust. Tra le condizioni di efficacia dell’offerta c’è anche quella relativa all’esito. L’offerta sarà efficace se Unicredit verrà a detenere all’esito dell’offerta una partecipazione pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale di Banco Bpm. L’offerente, tuttavia, si riserva di rinunciare parzialmente alla presente condizione di efficacia, purché la partecipazione che l’offerente venga a detenere all’esito dell’Offerta sia comunque almeno pari al 50% del capitale sociale più 1 azione dell’emittente (soglia, quest’ultima, non rinunciabile)”.
L’offerta di scambio Unicredit su Banco Bpm – si legge ancora nella nota – esprime un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna di venerdì scorso.
Confermata politica dividendi
Nessuna modifica è prevista sul fronte della ditribuzione dei dividendi 2024, che resta conforme alla guidance.
La banca milanese ha confermato che “il restante programma di riacquisto di azioni proprie del 2024”, d’altra parte, “sarà avviato dopo la chiusura dell’offerta, prevista a giugno, condizionatamente all’approvazione degli azionisti e degli organi di vigilanza ed escludendo altre opportunità inorganiche”. UniCredit, prosegue l’istituto, “ambisce a mantenere le aspettative relative all’ammontare dei dividendi assoluti e al dividendo per azione nel 2025 e 2026 e rimane impegnata a utilizzare e/o restituire il capitale in eccesso entro il 2027”. “La sola acquisizione di Banco Bpm – si legge ancora nel comunicato – non influisce sull’ambizione di una distribuzione media annua totale nel 2025 e 2026 maggiore rispetto al 2024′.
Implicazioni per il mercato
L’OPA su Banco BPM è vista dagli analisti come una mossa strategica significativa. Secondo Equita e Kepler, l’integrazione tra le due banche avrebbe un forte razionale industriale, aumentando la quota di mercato di Unicredit in Italia dal 11% al 18%, con un incremento notevole anche nel Nord Italia.
L’operazione rimescola le carte nel risico del settore bancario e in primis su Banca Monte Paschi Siena, visto che Banco Bpm ha rilevato nelle scorse settimane il 3,5% del capitale. Quota che salirà al 9% circa, quando terminerà l’opa che l’istituto ha lanciato su Anima Holding +1,14% , sgr che appunto ha in pancia il 4% della banca senese
Parlando dell’operazione, l’ad Andrea Orcel ha commentato:
“L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, UniCredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida”.
Inoltre, durante la conference call di presentazione dell’offerta di scambio per l’acquisizione di Banco Bpm, Orcel ha spiegato che “quello in Commerzbank al momento è un investimento. Un investimento che ci metterà tempo a maturare e su cui al momento non dobbiamo fare niente. Possiamo aspettare e speriamo che la nostra presenza porti a un miglioramento delle performance di Commerzbank”, ha aggiunto, precisando quindi che il fronte tedesco non distrarrà il management dal deal Banco Bpm.
I titoli
All’avvio delle contrattazioni, il titolo di Piazza Gae Aulenti segna un ribasso di qualche punto percentuale mentre il titolo di Banco Bpm non fa prezzo in avvio e poi entra in contrattazione segnando un rialzo teorico del 4%, oltre il prezzo del controvalore dell’offerta. Nel frattempo, a Francoforte va invece giù il titolo Commerzbank: malgrado le rassicurazioni di Unicredit sulla propria volontà di proseguire nella scalata alla banca tedesca, le azioni segnano un calo del 6,5%.