Evidentemente gli italiani peccano talvolta di pessimismo, visto che ci vuole un alto dirigente francese nella persona di Jean Pierre Mustier a ricordare che l’interesse sull’Italia esiste. Così Mustier intervistato da Il Sole 24 Ore all’indomani della presentazione del piano per rilanciare UniCredit:
“Vedo interesse sull’Italia, molto più di quanto voi italiani spesso percepite, e noi lo cavalcheremo”, conferma, nonostante l’ammissione secondo cui “forse non è il momento migliore (per l’aumento di capitale), anche se “a luglio era anche peggio quando il titolo era sotto i 2 euro”.
Mustier insomma conferma di credere nelle potenzialità della banca italiana e dell’Italia stessa. Difende il suo piano, che va inteso in un contesto in cui la la Bce “spinge per gruppi paneuropei sempre più forti”, e lo definisce “ragionevole” e “realistico nelle premesse di scenario e nei target di gruppo”. Continuando, precisa:
“Certo mi aspetto un contributo degli azionisti attuali, interessati a partecipare alla creazione di valore che promettiamo e all’apprezzamento di un titolo che hanno in portafoglio da anni, ma in generale una buona risposta dal mercato. Vede, credo sia una partita molto importante non solo per UniCredit ma per l’Italia, per dimostrare anzitutto a se stessa che è molto più attrattiva di quanto non creda“.
Una dimostrazione di fiducia su UniCredit, Mustier l’ha data nelle ultime ore, quando ha reso noto che investirà 2 milioni di euro in azioni Unicredit. L’AD ha anche annunciato che si taglierà lo stipendio nella parte fissa del 40%, a 1,2 milioni di euro, e che rinuncerà ai bonus annuali per il 2016 e per tutta la durata del piano: senza neanche buonuscite nel caso in cui dovesse lasciare l’incarico nella banca.
Ne riparla rispondendo alla domanda sui maxi tagli al personale che l’istituto si appresta a lanciare:
“Ne sono consapevole, è un passaggio delicato che vogliamo gestire con senso di responsabilità: per questo, di mia spontanea volontà, ho chiesto al board di ridurre del 40% il mio compenso, e non percepirò alcun bonus fino alla realizzazione del piano. È un segnale evidente della volontà di essere tutti coinvolti in questo piano”.
Il numero uno di UniCredit non teme inoltre l’instabilità politica in Italia seguita alla vittoria del NO al referendum costituzionale e fa gli auguri al nuovo governo di Paolo Gentiloni.
“Dal 1945 a oggi l’Italia ha avuto più di 60 governi: sappiamo che sapete lavorare con situazioni “fluide”. Faccio al presidente Gentiloni i miei auguri di buon lavoro, in generale e in particolare per le riforme di cui ha bisogno il Paese. Ed è importante per noi sapere che un ministro molto rispettato e competente come Pier Carlo Padoan sia rimasto al suo posto al Tesoro: confidiamo nella giusta continuità, in particolare per la gestione delle crisi bancarie”.
E che il suo piano sia realistico, ne è convinto anche in una fase di tassi di interesse rasoterra:
“È alla nostra portata perché dipende quasi integralmente da fattori che dipendono da noi, che possiamo gestire internamente: vale per la riduzione dei costi, 1,7 miliardi in tre anni, e del costo del rischio, ma anche per la crescita progressiva dei ricavi. Puntiamo a mantenere pressoché stabile il contributo del margine d’interesse grazie all’incremento dei volumi pari al 2,5% annuo, e ad aumentare del 2% l’anno le commissioni: non è fantascienza, sono obiettivi ragionevoli per una grande banca commerciale paneuropea”.