Nuovo capitolo della saga UniCredit-Commerzbank. All’inizio del mese, l’istituto di Piazza Gae Aulenti ha annunciato di aver acquisito una partecipazione del 9% in Commerzbank, confermando che metà di questa partecipazione è stata acquisita dal governo tedesco.
Oggi la banca italiana guidata da Andrea Orcel ha annunciato di aver aumentato la sua partecipazione nell’istituto tedesco al 21% circa e al tempo stesso ha presentato una richiesta per aumentarla fino al 29,9%. UniCredit ha reso noto di aver acquisito le azioni aggiuntive di Commerzbank attraverso strumenti finanziari, “aventi a oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale” della banca tedesca.
Orcel continua la sua Campagna di Germania
Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, ha nuovamente sorpreso il mercato con una mossa strategica in quella che da fonti di stampa è definita come la sua “Campagna di Germania“. Dopo aver acquisito circa il 9% di Commerzbank in due tranche – una metà attraverso il mercato e l’altra durante un’asta indetta dal Governo tedesco – Orcel ha deciso di proseguire nel suo piano di espansione nonostante le pressioni politiche.
La scorsa settimana, il Governo tedesco, tramite il Comitato direttivo del Fondo di Stabilizzazione dei Mercati Finanziari, ha dichiarato difatti che non avrebbe venduto ulteriori azioni di Commerzbank, ribadendo l’intenzione di mantenere l’indipendenza della banca. Tuttavia, Orcel ha colto l’opportunità del calo del titolo di Commerzbank, provocato proprio dall’annuncio del governo, per avanzare ulteriormente. Le azioni della Commerzbank hanno subito un forte calo nei primi scambi di lunedì a causa di questa notizia, ma hanno ridotto le perdite dopo che UniCredit ha annunciato di aver aumentato la propria posizione e di aver chiesto di acquisirne un’altra.
L’istituto in una nota precisa che “il relativo regolamento in azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni”.
La maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania (…) UniCredit ritiene che ci sia un valore sostanziale che può essere sbloccato all’interno di Commerzbank, sia stand-alone che all’interno di UniCredit, a beneficio della Germania e dei più ampi stakeholder della banca. Tuttavia, come nel caso di UniCredit, tale potenziale richiede un’azione per essere cristallizzato”, ha dichiarato lunedì la banca.
La prossima mossa? “Dipenderà dall’impegno con i consigli di amministrazione e di vigilanza di Commerzbank e con i suoi “più ampi stakeholder in Germania”, ha dichiarato la banca.
Il ruolo del governo tedesco nell’affaire Unicredit-Commerzbank
Il governo di Berlino è uno dei principali azionisti di Commerzbank da quando ha iniettato 18,2 miliardi di euro (20,2 miliardi di dollari) per salvare l’istituto di credito durante la crisi finanziaria del 2008. I funzionari del governo tedesco si sono riuniti venerdì scorso per discutere della partecipazione dello Stato in Commerzbank e hanno concluso che la banca è un “istituto stabile e redditizio”.
Sul piede di guerra anche il sindacato tedesco Ver.di e il consiglio aziendale di Commerzbank che nei giorni scorsi hanno lanciato un appello al governo federale affinché prenda una posizione chiara contro un’eventuale acquisizione della banca da parte di UniCredit.
Oggi UniCredit ha ricordato di essere presente in Germania da quasi 20 anni e ha sottolineato l’importanza di una “forte unione bancaria” in Europa come chiave per il successo economico del blocco. Orcel ha anche citato la “fiducia” del governo tedesco nella banca italiana come ragione per cui è stata in grado di acquistare il 4,5% della partecipazione statale in Commerzbank. E gli analisti? Sperano che la mossa di UniCredit incoraggi un maggiore consolidamento transfrontaliero nel settore bancario europeo, spesso considerato più frammentato rispetto agli Stati Uniti.