Utili sopra le attese per UniCredit, che ha chiuso il 2017 con profitti netti pari a 5,5 miliardi, a fronte della perdita da 11,8 miliardi contabilizzata nel 2016 e contro i 5,2 miliardi previsti dal consensus degli analisti.
Il risultato normalizzato, che esclude gli effetti delle cessioni di Pekao e Pioneer, nonchè alcuni costi non ricorrenti, è di 3,7 miliardi. I ricavi totali sono rimasti sostanzialmente stabili a 19,6 miliardi (+0,1%, il consensus era 19,4 miliardi). Solido il contributo delle commissioni a 6,7 miliardi di euro (+7,1%) mentre i ricavi da attività di negoziazione sono saliti del 3,5% a 1,8 miliardi.
Nel frattempo, i costi sono scesi del 4% a 11,4 miliardi di euro e le rettifiche su crediti del 38,1% a 2,6 miliardi di euro con il costo del rischio che si è attestato a 58 punti base, in linea con le previsioni. Il margine operativo lordo è cresciuto del 15,8% a 8.268 miliardi.
Nel quarto trimestre i ricavi si sono attestati a 4,8 miliardi (+4,2% sul trimestre precedente e +7,4% sullo stesso periodo del 2016), grazie alla tenuta del margine di interesse e al “solido contributo” delle commissioni mentre l’ utile netto contabile si è attestato 801 milioni. Un risultato che, ha sottolineato l’a.d. Jean Pierre Mustier in conference call con le agenzie di stampa, rappresenta “il nostro miglior quarto trimestre dell’ultima decade”.
Per quanto riguarda il dividendo, il cda di UniCredit proporrà all’assemblea il pagamento di una cedola cash da 0,32 euro per azione, pari a 700 milioni, corrispondente a un payout del 20% sui profitti normalizzati. Confermate le previsioni di payout per i prossimi anni, ovvero ancora il 20% sull’esercizio 2018 e il 30% sul 2019.