Nessuna sorpresa da Unicredit che conferma oggi i dati del terzo trimestre, anticipati per sbaglio lo scorso 24 ottobre. L’istituto di credito italiano ha dunque comunicato per il periodo in considerazione un utile rettificato, al netto della plusvalenza per la cessione di Pioneer (2,1 miliardi) e dell’impatto negativo di un costo non ricorrente nella “non core” bank, di 838 milioni, in aumento dell’87% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Come già comunicato lo scorso 24 ottobre, l’utile contabile del periodo si è attestato a 2,8 miliardi, mentre nei nove mesi si attesta a 4,7 miliardi (il rettificato è pari a 3 miliardi).
Da gennaio a settembre i ricavi sono scesi del 2,7% annuo a 14,8 miliardi, con margine di interesse a 7,7 miliardi (-2,2%) e commissioni nette a 5 miliardi (+5,5%). In calo del 3,8% a 8,56 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income in diminuzione al 57,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è salito al 13,81%.
“In un contesto di miglioramento dell’economia europea e di incoraggianti segnali di crescita in Italia – ha spiegato l’ad Jean Pierre Mustier – il nostro utile netto rettificato è cresciuto dell’87% anno anno su anno. Tutto questo è a testimonianza che il nostro piano Transform 2019 sta generando risultati tangibili e conferma l’andamento sostenuto del business a livello di gruppo”.
A questo proposito il gruppo ha comunicato di aver concluso le chiusure del 59% delle filiali previste e il 51% della riduzione dell’organico preventivata. I costi totali del 2017 sono quindi attesi “di poco inferiori” al target di 11,7 miliardi.
“Grazie alle misure decise adottate negli ultimi 12 mesi e al rilancio delle nostre reti”, ha aggiunto il manager, “stiamo assistendo ad una vigorosa dinamica commerciale in tutte le divisioni, con una crescita di 423.000 clienti e con nuovi prestiti erogati per 52 miliardi di euro dal’inizio del 2017”.
Sugli Npl Mustier ha detto che
“il de-risking del bilancio continua, con crediti deteriorati netti attualmente pari a 22,3 miliardi di euro, vicini al nostro target di 20,2 miliardi al 2019. Il rapporto di copertura dei crediti deteriorati rimane solido al 56,5%. Il ridotto costo del rischio si attesta a 53 punti base nel trimestre e stimiamo che sia compreso tra 55 e 60 punti base per l’intero anno”.
Il numero uno di Unicredit ha infine confermato i target 2019, tra cui quello di un coefficiente Cet1 sopra il 12,5% e ha ribadito che il payout sul bilancio 2017 sarà pari al 20%. Il payout, ha precisato, andrà calcolato sull’utile rettificato.