MILANO (WSI) – Nella serata di ieri il cda di Unicredit ha definito i dettagli dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro che partirà lunedì 6 febbraio e si chiuderà il 10 marzo.
Secondo quanto deciso dal consiglio di amministrazione della banca di Piazza Gae Aulenti ci sarà uno sconto sul prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione Terp del 38%, contro le stime degli analisti che avevano previsto invece un 30-35%.
L’offerta in opzione concerne azioni ordinarie di nuova emissione, senza valore nominale, che verranno offerte in opzione agli azionisti titolari di azioni ordinarie e ai portatori di azioni di risparmio al prezzo di 8,09 euro, di cui 0,01 euro a titolo di capitale e 8,08 euro a titolo di sovraprezzo.
Gli azionisti potranno così sottoscrivere 13 nuove azioni per ogni cinque titoli in portafoglio. Sarà emesso fino ad un massimo di 1.606.876.817 nuove azioni ordinarie.
Dal 6 al 23 febbraio i diritti di opzione potranno essere esercitati in Italia e Germania e poi dall’8 al 22 febbraio anche in Polonia e poi negoziabili in Borsa Italiana dal 6 al 17 febbraio e su quella di Varsavia dall’8 al 17 febbraio.
Aumento di capitale: pool di banche nel consorzio di garanzia
L’aumento di capitale è blindato da un contratto di garanzia stipulato con un pool di banche, Cib, Morgan Stanley, Ubs, che agiranno come structuring adivsor insieme a BofA Merrill Lynch, JP Morgan e Mediobanca in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Alla lista si aggiungono Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs e Hsbc che agiranno nel cosorzio in qualità di co-global coordinator e di joint bookrunner, da Banca Imi, Banco Santander , Barclays, Bbva, Bnp Paribas, Commerzbank , Crédit Agricole, Natixis e SocGen come joint bookrunner, da Abn Amro, Banca Akros e Macquarie come co-bookrunner, CaixaBank, Equita sim, Haitong, Jefferies, Rbc Capital Markets, Smbc Nikko and Keefe, Bruyette & Woods in qualità di co-manager.
Nella serata di ieri inoltre il cda di Unicredit ha approvato la realizzazione del progetto Fino, un’iniziativa della banca guidata da Jean Pierre Mustier per accelerare il taglio dei crediti deteriorati del gruppo, circa 17,7 miliardi di sofferenze, da attuare in due fasi e da realizzarsi con una cartolarizzazione con cui Unicredit cederà a Pimco e Fortress una tranche verticale maggioritaria entro il secondo semestre 2017. Il tutto da concludersi nel 2017.
Unicredit inoltre conferma gli obiettivi del piano strategico che restano invariati. Nei dettagli si conferma lobiettivo di portare il Cet1 sopra il 12,5% e poi limplementazione della maxi cessione di crediti deteriorati del progetto Fino che sta ora entrando nella fase esecutiva.
Intanto ieri in serata il titolo Unicredit è balzato a +5,7% a 26,6 euro, mentre oggi a Piazza Affari la sessione è all’insegna della volatilità:
Aumento di capitale: sconto 38%, cosa pensano gli analisti
Gli analisti di Banca Akros – che sarà co-bookrunner dell’offerta – affermano che “lo sconto del 38% sul Terp è superiore al 25% che avevamo anticipato nella nostra nota dello scorso 22 dicembre. Quindi, oggi abbiamo tagliato il nostro target price sul titolo da 37 a 32 euro e ribadito rating buy sul titolo”.
Meno severo il giudizio sull’entità dello sconto da parte di Icbpi:
‘Lo sconto sul Terp è solo leggermente più alto delle ipotesi circolate sulla stampa nel corso delle ultime settimane. Ricordiamo comunque che lo sconto di emissione è una variabile del tutto ininfluente per le decisioni degli azionisti, che dovrebbero semmai valutare motivazioni e progetti sottostanti all’aumento di capitale proposto dall’emittente’.
Intanto sul Ftse Mib di Piazza Affari, in una sessione in cui le banche sotto osservate speciali anche per l’effetto Deutsche Bank, il titolo UniCredit riduce le perdite e vira in positivo balzando anche fino a +3% circa.
Aumento di capitale ma non solo: quanti BTP ha UniCredit in portafoglio
Così il direttore generale di UniCredit Gianni Papa rispondendo ad una domanda nel corso di un’audizione alla Camera.
“Abbiamo circa 50 miliardi di Btp e il nostro trend è stabile, non vede né crescite né diminuzioni” ha detto.
In audizione anche il direttore finanziario di UniCredit Mirko Bianchi:
Sul fondo Atlante “abbiamo fatto una svalutazione che vedrete dai conti che saranno approvati la prossima settimana. Abbiamo avuto un approccio prudenziale e abbiamo semplicemente applicato i nostri modelli interni ma non rendiamo noto a che livello abbiamo svalutato Atlante. Fa parte del modo di gestire queste situazioni con prudenza, abbiamo preso questa strada”.
Papa, inoltre, lancia una rassicurazione:
“Sui bond subordinati non vedo alcuna preoccupazione”, aggiungendo che “abbiamo immediatamente comunicato alla clientela nel dicembre 2015, quando sono entrate in vigore, tutte le procedure di bail in e non abbiamo più venduto questo tipo di bond ai nostri clienti retail”.