Mancano ormai pochi giorni all’inizio dell’anno accademico delle università. La scelta dell’ateneo da frequentare è sempre più ardua. Alcuni giovani decidono di studiare all’estero. Ma quali sono i migliori atenei in Europa? In tal senso, viene in loro soccorso la classifica “QS World University Rankings: Europe 2024”. Ecco i suoi principali risultati.
Le migliori università al mondo
La classifica premia in particolare gli atenei inglesi, inserendone 12 nella top-20 e 107 atenei su 668 censiti. Al primo posto la blasonata Università di Oxford, seguita dal meno noto Politecnico di Zurigo (ETH) e dalle famose Università di Cambridge, Imperial College di Londra e University College di Londra (UCL). Il Regno Unito domina, con 107 atenei, mentre la Turchia e la Germania seguono con 73 e 53 rispettivamente.
Ben Sowter, vicepresidente di QS, commenta:
“Sebbene il Regno Unito rimanga in testa alla classifica, soprattutto grazie al rilievo globale di Oxbridge (Oxford e Cambridge, ndr) e agli influenti legami di ricerca, l’eccellenza permea l’intera regione europea. I dati evidenziano diversi punti di forza, dalla capacità di attrarre talenti internazionali in facoltà e studenti alla creazione di potenti alleanze di ricerca e all’espansione degli orizzonti didattici”.
I migliori atenei italiani
Per quanto riguarda il nostro paese, 51 atenei sono presenti nella classifica di QS. La prima è il Politecnico di Milano (al 47 mo posto in classifica), seguita da Università “La Sapienza” di Roma (65 ma), Università di Bologna (78 ma), Università di Padova (89 ma) e Politecnico di Torino (112 ma). Inoltre, il Politecnico di Milano è 20 esimo al mondo per reputazione dei suoi laureati presso i datori di lavoro e 29 esimo per reputazione accademica.
Tra i punti di forza italiani l’eccellenza della ricerca, dato che siamo al terzo posto per contributi accademici per facoltà, con 25 istituzioni tra le prime 100 per questo indicatore. Siamo altresì primi in Europa per produttività scientifica e in prima fascia per mobilità dei talenti, ossia percentuale di iscritti che usufruiscono di qualche programma di scambio internazionale e trascorrono un periodo di almeno un semestre in un ateneo all’estero.
La nostra pecca è che non riusciamo ad attirare gli studenti stranieri nelle nostre università, eccezion fatta per Politecnico di Milano, Università di Siena e Università Cattolica, che si posizionano rispettivamente al 34 esimo, 44 esimo e 48 esimo posto. Male anche sul fronte del rapporto studenti-docenti, dove i nostri atenei statali non rientrino nemmeno fra i primi 300. In Italia in media ci sono 20 studenti ogni docente contro i 17 della Francia, i 15 della Gran Bretagna e i 12 della Germania. Se la cava bene solo l’Università San Raffaele che, essendo privata e contando su rette più alte, si posiziona al 30 mo posto.