New York – Il magnate dell’industria energetica Bill Koch e’ accusato di aver tenuto prigioniero un ex dirigente della societa’ mineraria di proprieta’ dell’imprenditore miliardario dopo che da un’inchiesta interna erano emersa la presenza di un piano per evitare di pagare $200 milioni di tasse.
Secondo l’accusa, l’obiettivo di uno dei fratelli Koch, tra i principali finanziatori del partito ultraconservatore del Tea Party, era quello di mettere a tacere il manager ed evitare cosi’ che venissero alla luce i dettagli del megaprogetto di evasione al fisco Usa.
Kirby Martensen, ex vice presidente di Oxbow Carbon and Minerals, sostiene che l’incubo e’ durato due giorni, quando Koch ha inizato a secluderlo in un ranch vicino ad Aspen, in Colorado, con un pretesto inventato.
A fare cadere Martensen nella trappola, sempre secondo l’accusatore le cui dichiarazioni sono riportate da Usa Today, sarebbero stati gli agenti di Bill Koch.
Il reclamo e’ stato presentato al Tribunale della California e rischia di fare esplodere uno scandalo di dimensioni enormi, sia sul piano industriale che politico, vista l’influenza che la famiglia Koch, una delle piu’ potenti lobby energetiche Usa, esercita sui legislatori americani.