“Uno shock senza precedenti”. Così l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nella Nota sulla congiuntura di aprile che analizza i primi effetti dell’impatto del coronavirus.
“È stata il primo paese europeo a essere colpito dalla pandemia, fuori dalla Cina. L’emergenza sanitaria ha richiesto l’adozione di misure di prevenzione senza precedenti basate sul distanziamento sociale, che stanno producendo i loro effetti sulla diffusione dell’epidemia, ma implicano fortissimi costi economici.
In alcuni settori, quali il turismo e la ristorazione, il commercio al dettaglio, i trasporti e la logistica, l’attività si è ridotta fino a quasi annullarsi”.
La crisi causata dall’emergenza coronavirus arriva dopo che l’Italia aveva già mostrato segnali di debolezza alla fine dello scorso anno.
“La fase ciclica dell’economia italiana, complessivamente stagnante lo scorso anno – sottolinea l’Upb – si era già deteriorata nell’ultimo trimestre del 2019. La rapida diffusione dell’emergenza sanitaria, a partire dalla fine di febbraio, ha cambiato il quadro congiunturale con una velocità e un’intensità senza precedenti in tempi di pace. L’incertezza di famiglie e imprese continua ad aumentare: l’indice Upb nel primo trimestre dell’anno è decisamente peggiorato”.
Per l’Upb, si prefigura, quindi, “per la prima metà dell’anno un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica” stimato in circa 15 punti percentuali.
In particolare, “secondo stime effettuate con i modelli previsivi di breve termine dell’UPB nel trimestre scorso il PIL dell’Italia si sarebbe ridotto di circa cinque punti percentuali. Verosimilmente la riapertura delle attività economiche, a partire da maggio, sarà necessariamente graduale, per cui nel secondo trimestre la contrazione congiunturale del prodotto risulterebbe ancor più marcata, collocandosi nell’ordine di dieci punti percentuali. Assumendo che non ci siano nuove ondate dell’epidemia nei prossimi mesi, la ripresa dell’economia italiana dovrebbe manifestarsi dal terzo trimestre”.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l’Upb stima un’esplosione della Cig con un numero di ore autorizzate che potrebbe risultare tre volte maggiore “rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009”.