Accordo fatto negli Stati Uniti tra Repubblicani e Democratici per evitare un nuovo shutdown dell’amministrazione Usa, ovvero la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense. Lo stop parziale alle attività federali più lungo della storia americana è costato 11 miliardi all’economia numero al mondo.
Si tratta di una cifra pari allo 0,5% del Pil. La notizia è stata confermata ieri sera dal senatore repubblicano Richard Shelby, che ha specificato:
“Abbiamo avuto una buona serata. Abbiamo trovato un’intesa di principio sulla Sicurezza Interna e su altre 6 leggi”, ha detto ai reporter, senza entrare nel dettaglio dell’accordo che, invece, secondo le anticipazioni della Cnn prevede 1,375 miliardi di dollari per finanziare una barriera al confine con il Messico. Si tratterebbe di una piccola parte rispetto ai quasi 6 miliardi voluti da Trump.
Come era successo negli ultimi mesi, il confronto tra Repubblicani e Democratici si è concentrato prevalentemente sull’intenzione di Trump di costruire un costoso muro al confine col Messico, la più famosa e controversa delle sue promesse elettorali. Progetto su cui i Democratici non sono d’accordo. Fonti parlamentari sostengono che il presidente firmerà la Legge e che poi ricorrerà ad un ordine esecutivo per finanziarlo.
Dopo l’annuncio dell’accordo, Donald Trump è tornato a commentare la quesitone del muro. Parlando da El Paso, in Texas, ha infatti ribadito che “costruirà il muro a prescindere”, anche se ha specificato di non conoscere ancora i dettagli dell’intesa.
Il Congresso ha fino a sabato di tempo per approvare il bilancio e finanziare il governo fino al prossimo 30 settembre. L’obiettivo dei negoziatori è stilare l’accordo sul bilancio entro la notte americana di lunedì.
Questo perché il testo possa passare il vaglio di Camera e Senato e arrivare sul tavolo del presidente per la firma entro venerdì 15 febbraio quando, alle 24 ora di Washington, le 7 del mattino in Italia, scadrà il termine.