NEW YORK (WSI) – Chi ha un debito verso il fisco americano dai 50mila dollari in su potrebbe vedersi revocato il passaporto dalla Internal Revenue Service (Irs), l’agenzia governativa statunitense per la riscossione dei tributi. E’ quanto prevede una legge promulgata venerdì scorso.
Secondo il testo del provvedimento non è ancora chiaro se il passaporto non potrà essere richiesto, rinnovato, oppure se potrà essere annullata la validità di quello esistente. Quello che è certo è che, a far da contesto a questa decisione, c’è la caduta della riscossione fiscale legata ai carburanti che confluisce nel cosiddetto Highway Trust Fund, e che andava bilanciata in qualche modo.
L’idea di usare i passaporti come leva di riscossione tributaria, avanzata per la prima volta nel 2012, ha trovato quindi una sua realizzazione giuridica nero su bianco. Considerando che nel tetto dei 50mila dollari sono inclusi gli interessi di mora, questa legge riguarderà direttamente numerosi americani. Si tratta del tentativo di aumentare la riscossione fiscale senza subirne le reazioni politiche, scrive in una nota,l’esponente repubblicano Ron Paul, “è una minaccia verso un diritto che gli americani danno per scontato: quello di poter viaggiare all’estero”.
Uno degli aspetti più spinosi è che i calcoli dell’Irs non possono essere contestati prima che il passaporto sia revocato, un danno che, pertanto, precorrerebbe qualsiasi accertamento giudiziario. Gli errori della macchina burocratica dell’Irs, fa notare Ron Paul, si ripercuoteranno senza possibilità di appello sul cittadino americano.