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Usa: balzo occupazione, ma 9 milioni senza lavoro

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NEW YORK (WSI) – Nel mese di novembre, negli Stati Uniti sono stati creati 321.000 nuovi posti di lavoro, al ritmo più alto dal gennaio del 2012, a fronte di un tasso di disoccupazione che è rimasto stabile al 5,8%.

Se messi in prospettiva, però, i dati non sono così positivi. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è mantenuto ancora ai minimi di 35 anni e ben più di 9 milioni sono gli americani che restano tuttora senza un’occupazione.

I numeri ufficiali sono tra i migliori da quando la Grande Recessione è terminata più di cinque anni fa e incoraggianti almeno quanto le più rosee aspettative, dal momento che gli analisti avevano previsto in media una creazione di 230.000 posti di lavoro, dopo i 214.000 creati a ottobre. C’era persino chi scommetteva su un rialzo di 400 mila unità.

In aumento anche i salari medi orari, che hanno segnato un balzo di 9 centesimi, ovvero +0,4%, il livello più alto da giugno dell’anno scorso.

Su base annua, l’aumento è stato di appena +2,1%: da segnalare che è dal 2012 che l’incremento dei salari su base annua oscilla all’interno di una fascia compresa tra +1,9% e +2,2%. L’orario settimanale di lavoro è rimasto ai massimi post-recessione, a 34,6 ore.

L’America, conosciuta come la terra delle opportunità, sta tornando ad offrire occasioni a chi cerca un lavoro. Tuttavia in molti casi le posizioni sono part-time o non ideali rispetto a quelle cercate (vedi tabella sotto).
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Il tasso di partecipazione è rimasto ai minimi di 35 anni. Il livello di 62,8% è essenzialmente il più basso dal 1978.

Il miglioramento generale dei dati dovrebbe offrire garanzie a sufficienza per la Fed circa la solidità della ripresa della maggiore economia al mondo e il comitato di politica monetaria potrebbe decidere di alzare il costo del denaro – fermo ai minimi dello 0-0,25% da diversi anni – l’anno prossimo.
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“La dinamica è veramente buona. Maggiori spese e un Pil in crescita costante significano maggiori posti di lavoro creati”, sottolinea a Bloomberg Nariman Behravesh, chief economist di IHS, il secondo migliore gruppo di previsioni di dati occupazionali negli ultimi due anni. “Per gli Stati Uniti si tratta di un ciclo molto positivo in cui essere al momento”.

Dopo la pubblicazione del report, Treasuries e dollaro hanno accelerato e anche l’azionario europeo e Usa si sono rafforzati.

Ma come sottolinea l’Economic Policy Institute non c’è tanto da festeggiare se si analizzano a fondo i numeri. “È importante mettere i dati in prospettiva. Di questo passo, non torneremo su livelli pre-recessione prima dell’ottobre 2016, ovvero nove anni dopo l’inizio della fase di decrescita”.
(Lna-DaC)