NEW YORK (WSI) – Nel 2009 l’accademia del Nobel ha sorpreso il mondo intero assegnando l’ambito premio norvegese per la Pace al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, citando “la sua visione e il suo impegno per un mondo senza armi nucleari”.
Appena 5 anni dopo gli Stati Uniti, seppur impegnati sul fronte delle energie pulite, hanno rinnovato l’armamentario nucleare. Come mai?
Adam Mount del Consiglio delle Relazioni Internazionali ha definito la vicenda nucleare “profondamente ambivalente”, spiegando che l’arsenale atomico sta diventando obsoleto e gli Stti Uniti devono provvedere alla messa a punto di bombe, sottomarini, missili e altri armamentari nei prossimi dieci anni.
Tale processo di modernizzazione farà aumentare il costo dell’arsenale del 75% nei prossimi dieci anni rispetto al passato e di mille miliardi di dollari nei prossimi 30 anni.
Ecco spiegato l’arcano, come spiega Reuters con un grafico, l’Ufficio di Bilancio del Congresso Usa stima che il costo per il mantenimento e il rinnovo dell’arsenale nucleare esistente sia pari a $355 miliardi, con altri 215 miliardi da investire in altre “attività legate al nucleare”.
Sono ben 43 mila i dipendenti impiegati in otto centrali diverse. Gli impianti sono grandi sei volte il Pentagono e occupano un’area grande quando il Delaware; 9.500 miliardi di unità anglo-sassoni d’energia sono impiegate dagli americani annualmente per alimentare 250 mila case.
Sebbene mille miliardi di dollari nell’arco di trent’anni sembrano una somma molto salata, la notizia positiva per l’economia maggiore al mondo è che assicurerà che le infrastrutture ormai antiquate non rechino danni agli americani nella loro stessa patria.
Paradossalmente, scrive Michael Corones su Reuters, è una minaccia più imponente del terrorismo, dell’Isis e del virus Ebola.