Se ne parla da tempo ma solo nell’ultimo anno se ne è compresa la gravità. Gli Stati Uniti fanno i conti con una epidemia da oppioidi che ha fatto vittime in tutto il Paese. L’overdose ha causato la morte di 64 mila persone negli Usa nel 2016, l’83,4 per cento delle quali sono state causate da oppioidi, secondo il Centers for Disease Control and Prevention. A ottobre il presidente Donald Trump ha dichiarato l’epidemia un’emergenza sanitaria pubblica. L’emergenza riguarda l’uso di oppiacei e composti sintetici che agiscono in modo simile.
Causata da fattori economici e sociali e da una maggiore disponibilità degli oppiodi, la crisi ha radici complesse, su cui gli studi spesso si contraddicono. A partire dagli anni Novanta, i medici hanno cominciato a prescrivere con grande libertà farmaci oppioidi contro il dolore e molti pazienti sono diventati dipendenti. In un articolo pubblicato nel 2017 Anne Case e Angus Deaton della Princeton University hanno parlato delle morti da oppioidi come morti per disperazione, di chi si trova in condizioni economiche drammatiche. Secondo lo studio, la disponibilità dei medici a prescrivere gli oppioidi per il dolore ha solo aggiunto carburante al fuoco.
Le morti da oppioidi sono la conseguenza del declino della classe lavoratrice bianca, dicono i ricercatori. Ad esserne vittime sono stati soprattutto bianchi sotto i 35 anni della classe media. Nella fascia di età fra i 25-34 anni c’è stato un numero di vittime così alto che non si vedeva dal culmine dell’epidemia Hiv/Aids nel 1995. La causa di questo aumento è nelle morti per overdose di droghe, in particolare di oppioidi. In due anni, dal 2014 al 2016, la percentuale di morte da oppio tra i 25 ei 34 anni è aumentata del 19%.
La Casa Bianca ha avvisato che la crisi degli oppioidi ha costi altissimi per la società. Un rapporto del consiglio di consulenti economici del presidente Donald Trump stima che il peso economico dell’emergenza sanitaria è stato nel 2015 di 504 miliardi di dollari, il 2,8% del prodotto interno lordo degli Usa.