Gli specchietti retrovisori sono importanti, ma se li usi troppo spesso, finiscono per metterti nei guai. La maggior parte delle volte infatti bisogna guardare avanti.
Il comportamento dei mercati azionari nelle recenti settimane, combinato con una serie di notizie riguardanti lo stato di salute dell’economia (migliore delle aspettative), ci suggerisce che gli investitori stanno guardando eccessivamente nei retrovisori.
In pratica sembra che i mercati siano ossessionati dalla strada piena di sassi appena passata invece di guardare quella pulita che hanno di fronte.
I pre-annunci gettano le basi per un Rally.
La caduta che c’e’ stata sul mercato azionario alla fine del secondo trimestre e’ simile a quella che si verifico’ alla fine del primo trimestre. In entrambi i casi la causa della debolezza del mercato e’ stata causata da un’ondata di preannunci negativi.
I preannunci fatti nel primo trimestre hanno preparato gli investitori alla debolezza degli utili societari che sono seguiti nelle settimane successive. Il risultato e’ stato che la forte debolezza del mercato azionario ha posto le basi per un rally e delle ottime opportunita’ per investimenti di lungo periodo.
Il rimbalzo di aprile e’ avvenuto nonostante che le buone notizie disponibili circa una ripresa a breve fossero davvero poche, come del resto la pubblicazione successiva degli utili societari ha confermato.
Gli investitori si sono mossi nella speranza razionale che la caduta dei profitti aziendali non poteva durare in eterno. Il vigoroso rally che e’ seguito avrebbe invertito la tendenza non appena fossero uscite nuove indicazioni di debolezza sugli utili.
La storia potrebbe ripetersi
Alla luce degli eventi che hanno circondato gli utili del primo trimestre, gli investitori dovrebbero chiedersi se la storia potrebbe ripetersi.
C’e’ il convincimento, per esempio, che l’attuale debolezza nei prezzi delle azioni potrebbe riflettere ancora una volta le numerose notizie sulla debolezza degli utili, che verranno pubblicati in grande quantita’ nei prossimi giorni e che potrebbero spazzare via l’attuale eccesso di pessimismo.
Oltretutto se il mercato azionario mettesse a segno un forte recupero, c’e’ la possibilita’ che questa volta tale recupero sia sostenibile nel tempo, alla luce di una situazione piu’ ottimistica rispetto a qualche mese fa’.
E’ notevole che i prezzi dei titoli in seguito agli ultimi preannunci sugli utili non siano scesi tanto come la volta passata. Come piace dire agli analisti tecnici, il mercato ha messo a segno un minimo crescente e questo e’ una figura rialzista.
I fondamentali come sempre saranno la gamba sulla quale poggia l’investitore. Tuttavia bisogna notare come il mercato sta partendo da una piu’ alta piattaforma di lancio rispetto a qualche mese fa.
Questo significa che in caso di rialzo potrebbero essere superate nuove importanti resistenze.
Se il mercato recupera, non dipendera’ solamente dal grado di influenza delle cattive notizie sui prezzi, ma anche dall’entita’ di quelle buone.
Le recenti notizie economiche uscite nel bel mezzo dei preannunci sugli utili del secondo trimestre forniscono molte piu’ ragioni per essere ottimisti di quanto non fossero disponibili tre mesi prima.
Numerosi dati spingono a pensare che il peggio per l’economia sia passato. Tra questi: gli ordini dei beni durevoli, ordini dell’industria, le richieste di sussidi di disoccupazione, le vendite di auto, le vendite di case, la fiducia dei consumatori, le scorte di magazzino, il NAPM e il NAPM non manifatturiero.
Molti di questi sono gli indicatori principali e hanno percio’ rilevanza anche per il proseguo delle economia.
La strada davanti appare meno ripida
In aggiunta alle buone notizie che sono gia’ state pubblicate altre compaiono gia’ all’orizzonte.
Il calo dei prezzi dell’energia, per esempio, aiutera’ sicuramente l’economia. In un discorso fatto da Alan Greenspan (il governatore della Federal Reserve), il giorno succesivo alla riunione della Fed, veniva sottolineato come la forte crescita dei prezzi energetici lo scorso anno sia stata una delle maggiori cause del crollo dell’economia.
“Tra i numeri che hanno contribuito alla caduta della crescita economica negli Stati Uniti nei passati trimestri, quello che ha ricevuto meno attenzione e che merita invece di essere considerato e’ la crescita dei prezzi energetici.
Potrebbe essere o meno una coincidenza, ma anche le tre precedenti recessioni dell’economia americana, 1990-1991, 1980-1982 e 1974-1975, sono state precedute da un sostenuto rialzo del prezzo del petrolio.”
Ma questo rialzo sta ora rientrando in modo deciso e questo spingera’ sicuramente le spese e la fiducia dei consumatori e i profitti delle aziende.
Ulteriori spinte potrebbero venire dal ribasso delle tasse, dalla rotazione nelle case, dalla contrazione delle sacorte di magazzino, dai notevoli rifinanziamenti dei mutui e dai ritardati effetti della riduzione dei tassi di interesse da parte della FED.
Queste sono buone ragioni mantenere gli occhi puntati sulla strada davanti e smettere di guardare negli specchietti retrovisori.
*Anthony Crescenzi e’ capo analista della sezione Capital Markets alla boutique finanziaria Miller Tabak & Co.