La ripresa dell’economia e dei mercati statunitensi? Dipendera’ da tre fattori: la guerra, il petrolio e il pacchetto fiscale.
E’ l’analisi di Steven Ricchiuto, capo economista USA della banca d’affari ABN Amro. Lo abbiamo intervistato.
Wall Street Italia: Nel terzo trimestre 2002, il prodotto interno lordo statunitense ha messo a segno un rialzo del 4%. Tuttavia gli economisti sono concordi nel prevedere una crescita modesta per l’anno appena concluso (attorno al 2,4%). Che cosa ci riservera’ il 2003? Assisteremo alla tanto sospirata ripresa?
Steven Ricchiuto: Dipendera’ principalmente da tre fattori: la guerra con l’Iraq, il prezzo del petrolio e il pacchetto fiscale (in quest’ultimo caso sara’ determinante l’entita’ degli incentivi che saranno approvati).
Se l’affaire Iraq non sara’ risolto e i prezzi del petrolio continueranno a viaggiare intorno a livelli piuttosto elevati – come $28,40 al barile, che e’ gia’ alto, anche se attualmente il prezzo viaggia sui $33 -, e se il pacchetto fiscale verra’ ridotto significativamente rispetto alla proposta iniziale, la crescita del 2003 potrebbe essere uguale a quella dello scorso anno.
Perche’ il Pil registri una crescita maggiore e’ necessario che i prezzi del greggio si mantengano stabilmente bassi. Livelli intorno a $33-$35 al barile per un periodo prolungato andrebbero certamente ad intaccare la congiuntura.
E’ molto difficile, comunque, fare una previsione precisa sull’economia nel 2003, a meno di non fare specifiche supposizioni sulla guerra e sul petrolio.
WSI: Facciamole. Proviamo a delineare i possibili scenari per l’economia in relazione all’incognita Iraq e, di conseguenza, al prezzo del greggio.
SR: Ci sono tre possibili scenari:
1) Il primo scenario e’: non accade nulla. La situazione rimane praticamente immutata, con la minaccia di un conflitto sempre presente. In questo caso, i prezzi del petrolio resterebbero piu’ o meno ai livelli attuali – cioe’ elevati – e l’economia rimarrebbe debole.
2) Nel caso di una vittoria statunitense facile e veloce, con Saddam privato della propria autorita’, i prezzi del petrolio scenderebbero e l’economia risalirebbe la china, mettendo probabilmente in atto quella ripresa in cui tutti speriamo.
3) Nel caso invece di un conflitto lungo e difficile, con armi nucleari, biologiche e chimiche, il petrolio salirebbe alle stelle e l’economia piomberebbe in una nuova recessione e il tanto temuto doppio minimo diventerebbe una realta’.
Ritengo che i primi due scenari siano molto piu’ probabili rispetto al terzo. Tuttavia non ho la piu’ pallida idea di quello che frulla nella testa di Saddam Hussein. In generale, non credo nell’ipotesi di una ‘double-dip recession’. Ma nel caso in cui il prezzo del greggio salisse di molto, diciamo sui $35-$38 al barile, allora si’, un doppio minimo sarebbe possibile.
WSI: Perche’ molti economisti prevedono che l’economia si riprendera’ nella seconda meta’ del 2003?
SR: Perche’ si aspettano per allora un taglio delle tasse e un ribasso del prezzo del petrolio. E’ probabile infatti che la questione Iraq venga risolta nella seconda’ parte dell’anno.
WSI: Quali sono gli anelli piu’ deboli dell’economia USA?
SR: Le rispondo ribaltando la domanda. Al momento, l’elemento trainante dell’economia e’ ancora il consumo. Se il prezzo del petrolio rimarra’ ai livelli attuali per un certo periodo di tempo, o addirittura continuera’ a salire, cio’ andra’ ad intaccare proprio questo settore, che e’ quello che tiene a galla la congiuntura. A soffrire in particolar modo del rialzo del prezzo del greggio sarebbe infatti il reddito disponibile degli americani. Questo perche’ se il consumatore deve sborsare soldi per l’energia, ne avra’ di meno da spendere per i beni di consumo non di prima necessita’.
WSI: Molte banche d’affari, tra cui Merrill Lynch, ritengono che quest’anno il consumo non sara’ il motore dell’economia, come e’ accaduto negli ultimi due anni, ma che a guidare la ripresa sara’ invece la Corporate America.
SR: Per quanto mi riguarda, sono convinto che il consumo rimarra’ l’elemento di traino dell’economia a stelle e strisce. La questione, piuttosto, e’ quanto riuscira’ a tenere, e cio’, come ho spiegato, dipende molto dal petrolio. Non credo invece che gli investimenti delle aziende possano fare da motore per la crescita economica: la spesa in conto capitale tornera’ ad essere buona solo nel 2004. Questo perche’ le aziende devono ricominciare ad assumere prima di pensare ad acquistare nuove infrastrutture.
Al momento la Corporate America non sembra intenzionata ne’ ad assumere nuovo personale ne’ a rimpiazzare le vecchie infrastrutture. Anzi. Molte aziende stanno riducendo gli investimenti, riciclando i vecchi pc. E i tagli alla forza lavoro non accennano a diminuire.
WSI: A proposito del mercato del lavoro, Merrill Lynch ritiene che il tasso di disoccupazione salira’ al 6,5% entro la fine dell’anno. E’ d’accordo?
SR: E’ piu’ o meno la mia stessa previsione. Il mercato del lavoro, si sa, e’ l’ultimo a risollevarsi in una fase di ripresa del ciclo economico. La disoccupazione continuera’ quindi a salire anche in una situazione di crescita dell’economia, come il 2002 ha dimostrato.
WSI: Parliamo del pacchetto fiscale proposto da Bush. Crede che aiutera’ l’economia a risollevarsi?
SR: Gli sgravi fiscali avranno senza dubbio un buon effetto, ma solo nel 2004. E’ molto improbabile che i benefici si vedano gia’ da quest’anno. Se lo stimulus package verra’ approvato nel 2003, le tasse verranno pagate secondo i nuovi standard solo l’anno successivo.
Il pacchetto e’ molto positivo per l’economia. Ma non e’ detto che al Congresso venga approvato cosi’ come e’ stato proposto. Credo che Bush sara’ costretto a ridurlo significativamente.
WSI: Non pensa quindi che la doppia tassazione sui dividendi sara’ eliminata completamente?
SR: No, ritengo che le tasse sui dividendi saranno ridotte, ma non abolite del tutto.
WSI: Passiamo al mercato valutario, dove il dollaro continua a cede terreno nei confronti dell’euro. Molti esperti sono favorevoli alla debolezza del biglietto verde, in quanto elemento positivo per l’economia. Qual e’ la sua posizione?
SR: Anch’io sono convinto che il calo del dollaro sia un vantaggio per la congiuntura americana. Per tre motivi principali:
1) una valuta piu’ bassa e’ positiva per gli utili delle aziende
2) una valuta piu’ bassa aumenta la competitivita’ tra le aziende americane
3) essendoci gia’ tanta competizione, anche se le aziende dovessero diventare piu’ competitive, cio’ non determinerebbe una nociva impennata dei prezzi.
WSI: Come vede i mercati azionari USA nel 2003?
SR: Penso che assisteremo a un rialzo compreso tra il 5% e il 10% dei listini. Gli indici tuttavia hanno gia’ messo a segno una crescita del 5% nelle prime due settimane. Ritengo quindi che ci sara’ una correzione sul breve termine e un poi un finale in guadagno. Ma non sara’ certo un ricco bottino. D’altra parte non credo che l’anno si concludera’ in perdita, come alcuni hanno ipotizzato, fatto salvo un nuovo ribasso dell’economia, come illustrato sopra.
WSI: E’ finito quindi il mercato orso che ha caratterizzato gli ultimi tre anni?
SR: Si’, e’ terminato. Questo non vuol dire che sta per iniziare un mercato toro. Tuttavia il ciclo ribassista e’ certamente giunto al capolinea.
A questo punto ritengo opportuno spostare parte degli investimenti dai bond all’azionario, almeno finche’ le valutazioni dei bond non ricominceranno a salire.
WSI: Qual e’ il settore che preferisce?
SR: Il comparto finanziario. Perche’ i tassi d’interesse, anche in caso di rialzo, si manterranno comunque bassi. La qualita’ del credito delle societa’ del settore tendera’ quindi ad alzarsi, accrescendo il valore dei titoli obbligazionari detenuti in portafoglio. All’interno del settore, mi piacciono particolarmente le banche regionali.