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Usa: intesa da $1 trilione, evitata per un soffio chiusura servizi

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NEW YORK (WSI) – Altre tre ore e le agenzie governative americane avrebbero chiuso i battenti, aprendo un’altra crisi politica dopo lo shutdown di un anno fa.

Il Congresso a maggioranza Repubblicana ha dato prova di responsabilità e è riuscito a trovare un accordo sul filo di lana per garantire l’offerta dei servizi pubblici. Il tutto mentre la Borsa Usa chiudeva in positivo, seppur con rialzi dimezzati sul finale.

Con 219 si e 206 no, il pacchetto di spese pubbliche da mille e cento miliardi di dollari è passato. Le agenzie federali resteranno così aperte fino alla prossima estate.

Le esigenze finanziare del governo saranno pertanto coperte. Allo stesso tempo, per la delusione dei Democratici, le autorità di regolamentazione dei mercati e il capo di Stato ne escono indeboliti.

I senatori hanno approvato l’estensione di due giorni del disegno di legge, in modo da avere più tempo a disposizione per trovare il filo della matassa di tutta una serie di cavilli legali e regole burocratiche arcane.

Il passaggio della legge verrà accolto con ogni probabilità come una vittoria da parte dell’ala Repubblicana, che assumerà il controllo totale di Capitol Hill da gennaio.

Il Washington Post l’ha definita “la sessione del Congresso meno produttiva della storia contemporanea”.

Con il pericolo che il pacchetto venisse bocciato, la Casa Bianca ha cercato di correre in soccorso dei Democratici al Congresso, annunciando che Obama appoggiava il disegno di legge da 1.603 pagine, anche se non era d’accordo con il capitolo degli approvvigionamenti, che avrebbe indebolito le autorità di controllo di Wall Street regulations e reso troppo flessibili i limiti delle donazioni alle campagne elettorali.

Un impegno concertato da parte di Obama, del vice presidente Joe Biden e di altri alti funzionari ha contribuito a garantire il sostegno sufficiente al pacchetto.

Ma il leader dei Democratici alla Camera Nancy Pelosi ha criticato l’operato del presidente e del suo entourage, sottolineando che a suo modo di vedere il centro sinistra era stato sottoposto a un ultimatum. La misura doveva assolutamente passare perché di lì a poche ore lo shutdown si sarebbe concretizzato.

L’altra volta erano stati i Repubblicani a dover cedere, stavolta è toccato ai Democratici fare concessioni. E il conflitto intestinale al Congresso non termina qui. Si apre difatti ora una battaglia lunga tre mesi tra i conservatori e il presidente Obama sul futuro delle politiche di immigrazione della nazione.

(DaC)