New York – Le nuove assunzioni in luglio hanno sorpreso in positivo le stime degli analisti, mettendo il turno ai mercati azionari di Europa e Usa. Va sottolineato, tuttavia, che le cifre non sono state tali da ridurre il tasso di disoccupazione sotto la soglia dell’8%, sopra la quale si attesta ormai da oltre tre anni. L’impressione e’ che tutto si decidera’ con il prossimo giro di dati macro, che culminera’ con il rapporto occupazionale di agosto. Se dovesse deludere, Ben Bernanke non potra’ piu’ tergiversare, con la Federal Reserve che sara’ chiamata ad agire. Per ora pero’ l’appuntamento con il Quantitative Easing e’ rimandato.
“La crescita di posti di lavoro non e’ sufficiente a ridurre il tasso di disoccupazione”, spiega a Bloomberg Joshua Shapiro, chief economist Usa di Maria Fiorini Ramirez, precisando che “e’ irrealistico aspettarsi grandi miglioramenti nell’andamento delle spese al consumo. Prima di agire le autorita’ della Fed aspetteranno di avere una migliore idea di quello che succedera’ sul fronte della politica fiscale”.
Il mese scorso gli Stati Uniti hanno creato 163 mila posti di lavoro, molto meglio del previsto, con il tasso di disoccupazione che pero’ e’ salito a quota 8,3%. I contratti sui principali indici di borsa Usa hanno reagito bene ai dati, cosi’ come hanno fatto le borse Ue, mentre i prezzi di oro, argento e altri asset considerati beni rifugio hanno accusato il colpo. Le quotazioni del petrolio accelerano al rialzo di $0,60.
Dopo la creazione di 80 mila posti in giugno, inferiore alle previsioni, gli 89 economisti interpellati da Bloomberg scommettevano su un miglioramento di 100 mila unita’ nel mese appena trascorso. La forchetta delle stime andava da +50 mila a +165 mila. Il tasso di disoccupazione era visto invariato all’8,2% per il terzo mese consecutivo.
Le attese degli analisti interpellati da Briefing erano esattamente le stesse. Secondo il campione di economisti intervistato da Reuters in un sondaggio, il mercato del lavoro Usa doveva evidenziare la creazione di 100 mila posti di lavoro.
La media di ore lavorative e’ rimasta invariata a quota 34,5, come previsto. I redditi per ora sono aumentati dello 0,1% contro le stime di Briefing che erano per un aumento dello 0,2%. In giugno registrato un +0,3%.
I dati dei due mesi precedenti presi nel loro complesso sono stati rivisti al ribasso di 6 mila unita’. Le cifre di maggio sono state ritoccate a +87 mila da +77 mila. In giugno assunti 64 mila posti, totale rivisto in peggio dall’aumento precedentemente annunciato di 80 mila unita’.
La debolezza del mercato occupazionale compromettera’ le spese al consumo, che sono la componente piu’ importante della maggiore economia al mondo proprio mentre si avvicina la scadenza di importanti sgravi fiscali sulle aziende. La riduzione del personale di colossi come Morgan Stanley e Cisco Systems sta a significare che i livelli di disoccupazione potrebbero rimanere elevati ancora per un po’ di tempo. Un fattore che ha gia’ spinto questa settimana la Federal Reserve a dire di essere pronta a intraprendere nuove misure per rilanciare la ripresa, se necessario.
La Fed ha mantenuto lo status quo sui tassi di interesse al minimo storico dello 0-0,25% per quattro anni ormai, iniettando al contempo nel sistema economico $2,3 trilioni (2.300 miliardi di dollari).
Prima della prossima riunione di settembre, le autorita’ politiche avranno anche la possibilita’ di analizzare il report occupazionale di agosto.