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Usa, mercato del lavoro deludente

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NEW YORK (WSI) – Il ritmo al quale negli Stati Uniti si assume è sceso in agosto ai livelli più bassi da dicembre, mentre sale il numero di rassegnati che non fa più parte della forza lavoro. La maggiore economia al mondo ha infatti creato 142.000 posti di lavoro, la cifra più modesta degli ultimi otto mesi.

Gli economisti si attendevano un numero pari a +228.000 unità nel settore non agricolo. Il tasso di disoccupazione è invece sceso al 6,1% dal 6,2%, toccando i minimi di sei anni.

Più persone hanno trovato un lavoro nel mese scorso, ma anche un numero maggiore di americani è uscito dalla forza lavoro. Il tasso di partecipazione è infatti scivolato dello 0,1% al 62,8%. Sono i minimi dal 1978: oltre 92 milioni non lavorano.

Dall’inizio della fase di depressione nel dicembre del 2007, il numero di americani rassegnati che non fanno più parte della forza lavoro è aumentato di 13 milioni. Il numero di assunzioni invece è stato di appena 768.000 unità.

Anche se è vero che gli Stati Uniti hanno creato 4 milioni di posti di lavoro da gennaio 2013, i dati sotto le attese di agosto alimentano i timori su una congiuntura non ancora solida.

Secondo il Governo, il calo del tasso di disoccupazione non è legato alla riduzione della forza lavoro, ma alla diminuzione dei disoccupati. Agosto è stato il primo mese con crescita inferiore a 200.000 unità dopo sei mesi di aumenti superiori a quella soglia.
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Il dato di giugno è stato rivisto al ribasso da 298 a 267.000 nuovi salariati, mentre quello di luglio è passato da 209 a 212.000 posti. Negli ultimi tre mesi sono stati creati in media 207.000 posti al mese. Nel 2014 la media è stata di 215.000, il paso migliore dalle 266.000 unità del 1999.

Va comunque detto che il tasso di disoccupazione, sceso dal 6,2 al 6,1%, si è abbassato dell’1,1% da agosto 2013, quando si attestava al 7,2%. Nonostante il ribasso, il tasso di disoccupazione resta alto e al di sopra della media tra il 4 e il 5% di prima della recessione.

Per questo, andando avanti, la Federal Reserve, che proprio sull’andamento del mercato dell’occupazione regola le proprie scelte in fatto di stimoli all’economia, dovrà calibrare con cura la propria azione.

Con le aziende americane che continuano ad assumere a passo più o meno sostenuto ormai da molti mesi e con il tasso di disoccupazione in progressivo ribasso, la Banca centrale americana deve decidere se concludere il “tapering”, la riduzione del piano di acquisto di bond e titoli: dagli originari 85 miliardi di dollari finora la Fed è scesa a 25 miliardi, quindi si attende un’ulteriore sforbiciata durante la riunione del 16-17 settembre e quindi la conclusione del programma a ottobre.

Guardando ai singoli settori, nel comparto dei servizi professionali e aziendali sono stati creati 47.000 posti di lavoro, 34.000 in quello sanitario e 20.000 in quello delle costruzioni. Piatte invece le assunzioni nel settore manifatturiero. I salari medi sono cresciuti di 6 centesimi a 24,53 dollari l’ora, il 2,1% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre la settimana di lavoro è rimasta ferma a 34,5 ore.

Da segnalare che circa 3 milioni di persone sono senza lavoro da più di sei mesi, 1,3 milioni in meno rispetto all’anno scorso, ma comunque il 31,2% del totale dei disoccupati. Altri 7,3 milioni di persone lavorano part-time perché non riescono a trovare, pur cercandola, un’occupazione a tempo piano (in luglio erano 7,5 milioni).