Morgan Stanley (MWD – Nyse) potrebbe trovarsi a fronteggiare una causa legale per discriminazione sessuale in seguito alla citazione in giudizio da parte di una trader di bond, licenziata dal gruppo finanziario lo scorso ottobre 2000.
Lo afferma una fonte vicino alla societa’.
Sempre secondo tale fonte, la Commissione USA per le pari opportunita’ nell’impiego (Equal Employment Opportunity Commission), responsabile della prevenzione di pregiudizi basati su razza, sesso o eta’ nei luoghi di lavoro, avrebbe infatti comunicato alla societa’ di Wall Street un suo possible coinvolgimento in una controversia legale.
A giugno, la Commissione aveva gia’ definito Morgan Stanley colpevole di discriminazione contro Allison Schieffelin, la trader di bond in questione, che ha fruttato al gruppo oltre $1 milione all’anno.
Schieffelin, che ha lavorato nella banca d’investimenti per 14 anni, aveva spedito una denuncia formale nel novebre 1998 accusando Morgan Stanley di negare promozioni alle donne e di pagarle di meno rispetto agli uomini.
“Il rispetto reciproco e la non discriminazione sono per la nostra azienda valori fondamentali e se dovessimo andare in giudizio lo proveremo”, ha dichiarato un portavoce di Morgan Stanley che ha contestato la sentenza della Commissione.
La banca d’affari e’ conosciuta per aver sempre avuto una cultura dominante “maschile” ed e’ stata colpita da diverse cause sulla discriminazione sessuale negli ultimi anni.
Merrill Lynch (MER – Nyse) e
Smith Barney e adesso un’unita’ di Citigroup (C – Nyse), hanno entrambe affrontato casi del genere negli anni passati.