Paese che vai, gergo che trovi. Il maggiore listino al mondo, il Nasdaq Stock Market, una volta prestigiosa borsa per i titoli high tech piu’ in voga, e’ diventato sinonimo di perdita. E non solo nel mondo finanziario.
Il neologismo ‘nasdaccare’ e’ infatti apparso negli ultimi mesi nel linguaggio giornalistico americano. Ma la cosa strana e interessante e’ che lo hanno iniziato ad utilizzare anche i giornalisti sportivi, tanto che il nuovo verbo e’ entrato nell’uso comune per indicare calo, perdita, ribasso.
Denise Benou Stires, direttore marketing per il Nasdaq, ammette che il 2001 sia stato un anno negativo – l’indice ha perso l’anno scorso oltre il 21% e rimane in calo del 61% rispetto ai massimi del marzo 2000 – ma ricorda che i mercati salgono e scendono e che il listino, il cui marchio e’ registrato in oltre 70 Paesi al mondo, tra i 4.109 titoli quotati conta giganti quali Microsoft (MSFT – Nasdaq) e Intel (INTC – Nasdaq).
Nelle ultime campagne promozionali, il Nasdaq ha pero’ iniziato a prendere le distanze dall’high tech, cercando di legare la sua immagine a societa’ piu’ tradizionali e meno volatili quali la catena di bar Starbucks (SBUX – Nasdaq) o la societa’ della grande distribuzione Costco Wholesale (COST – Nasdaq).
L’indice, poi, ha guadagnato il 37% dai minimi dello scorso settembre e il verbo ‘nasdaccare’ potrebbe diventare sinonimo di ripresa.