New York – Dopo la crescita del 3,1% nel quarto trimestre dell’anno scorso, l’incremento del Pil reale statunitense ha subito una frenata brusca, crescendo di appena lo 0,4% nel primo trimestre e dell’1,3% i tre mesi successivi. Mai cosi’ male dal post recessione.
Sono cifre deludenti, su cui ha pesato un rallentamento dei consumi. Le attese per i numeri preliminari del secondo trimestre erano per una crescita dell’1,8%. A mettere sotto pressione il mercato e’ anche il fatto che la lettura dei primi tre mesi dell’anno
Non bastera’ solo ridurre le spese, sottolineano gli analisti, bisognera’ far qualcosa per curare i mali del mercato del lavoro, altrimenti i consumi – che rappresentano circa i due terzi della maggiore economia al mondo – non torneranno a crescere con forza.
I nuovi dati pubblicati questo mese hanno mostrato livelli di consumo pari allo 0,8%, meno alti del previsto.
Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio, e’ stato accompagnato dalla pubblicazione del Deflatore – ovvero l’indice dei prezzi di tutti i beni e i servizi nuovi prodotti internamente – che e’ risultato in progresso dell’1,3% contro l’1,7% atteso. Anche in questo caso la cifra si e’ rilevata inferiore alle attese. L’indice del costo del lavoro e’ aumentato dello 0,7%, a fronte di attese per un +0,5%.
Ora la ripresa rischia di fermarsi. La crescita economica, tra l’altro, potrebbe ricevere un altro duro colpo dai tagli alle spese che sono presi in considerazione durante i colloqui in corso a Washington, ed e’ una delle ragioni per cui il presidente della Federal Reserve Ben S. Bernanke ha detto che “il governo deve prendere in considerazione tutte le opzioni possibili”.
“L’economia e’ bloccata in uno scenario di crescita lenta”, dice Julia Coronado, chief economist di BNP Paribas per il Nordamerica. “I consumatori sono ancora molto cauti e vulnerabili. E’ un report molto difficile da digerire per le autorita’ politiche”.