NEW YORK (WSI) – I numeri contrastati provenienti dal mercato del lavoro americano non sono sufficienti a convincere il mercato del fatto che la Federal Reserve rimanderà l’appuntamento inevitabile con il rialzo dei tassi di interesse.
In agosto gli Stati Uniti hanno creato 173 mila posti di lavoro, deludendo le aspettative. Si tratta del numero più basso da marzo e il secondo peggiore degli ultimi 19 mesi. Il tasso di disoccupazione si è attestato invece al 5,1%. La percentuale di persone ufficialmente registrate che non ha un impiego è inferiore alla quota di 5,2% attesa e al 5,3% del mese precedente.
Interessante la reazione del mercato. I futures inizialmente hanno ridotto leggermente le perdite per poi invece aggravarle dopo pochi minuti. Il dollaro, che era sostanzialmente invariato prima delle 14.30, ha fatto un balzo, indice che gli investitori si aspettano un rialzo dei tassi di interesse a settembre.
Gli analisti interpellati da Reuters puntavano in media sulla creazione di 220 mila posti di lavoro, quelli sondati da Bloomberg su 217 mila unità.
I punti dolenti del dato sono sempre stati sin qui i salari orari (migliorati più del previsto) e il tasso di partecipazione alla forza lavoro, che è rimasto invariato su livelli preoccupanti. Il report governativo di agosto fa in parte eccezione in questo senso. Gli stipendi medi per ora sono aumentati dello 0,3%, più del +0,2% previsto e del +0,2% di luglio.
I futures sui principali indici della Borsa Usa scambiano in calo di oltre l’1% alle 14.35. Gli analisti fanno sapere che gli investitori avrebbero reagito male comunque. In caso di dati positivi la percezione sarebbe stata in ogni caso che la Fed si sarebbe sentita più sicura di poter alzare i tassi guida.
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Il mercato continua a interrogarsi su come cambieranno le intenzioni della Federal Reserve in merito al preventivato rialzo dei tassi di interesse, fermi allo 0-0,25% dal 2008.
La banca centrale potrebbe imporre la stretta monetaria già dalla riunione di metà settembre. Sarebbe la prima volta dal 2006. Il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, ha detto che anche in caso di un dato debole il costo del denaro dovrebbe essere aumentato.
(DaC)