La ricchezza della generazione dei baby boomers, coloro che sono nati tra il 1945 ed il 1964 in Nordamerica e in Europa, è svanita. I segnali delle difficoltà, vale a dire pensioni che scompaiono, spese mediche che aumentano vertiginosamente, risparmi inadeguati, si stanno accumulando da anni e ora, nuove ricerche fanno luce sulla portata del problema.
Il tasso di persone che hanno dichiarato bancarotta è tre volte superiore a quello del 1991. A dirlo un nuovo studio del The Bankruptcy Project secondo cui un numero allarmante di anziani americani sono costretti al fallimento. Allo stesso tempo il tasso di fallimenti tra gli americani di età pari o superiore a 65 anni è più che raddoppiato.
In base ai dati del Consumer Bankruptcy Project, emerge un aumento più che raddoppiato del tasso con cui gli americani più anziani (65 anni e più) presentano istanza di fallimento e un aumento quasi quintuplicato della percentuale di persone anziane che oggi sono nel sistema fallimentare statunitense. I dati raccolti dai ricercatori sono molto chiari. Da febbraio 2013 a novembre 2016, ci sono stati 3,6 fallimenti ogni 1.000 persone 65-74; nel 1991, ci sono stati 1,2 fallimenti.
Non solo un numero sempre maggiore di persone anziane cerca aiuto attraverso il fallimento, ma rappresenta anche una fetta sempre più ampia di tutti i richiedenti. Il 12,2% dei richiedenti ha ormai più di 65 anni, rispetto al 2,1% del 1991. Il salto è così pronunciato, dice lo studio, che l’invecchiamento della generazione del baby boom non può spiegarlo.
A guidare l’impennata, secondo lo studio, è un trasferimento del rischio finanziario dal governo e dai datori di lavoro ai singoli individui, che stanno assumendo una responsabilità sempre maggiore per il proprio benessere finanziario.
“Quando i costi dell’invecchiamento vengono scaricati su una popolazione che non ha strumenti adeguati, qualcosa deve succedere e gli americani più anziani si rivolgono a quel poco che resta della rete di sicurezza sociale, ossia il tribunale fallimentare”.
Nell’ultimo studio del Bankruptcy Project si è chiesto cosa ha indotto a chiedere fallimento. I 65enni e gli anziani citano molteplici fattori: per 3 su cinque hanno inciso le spese mediche, mentre poco più di due terzi hanno citato un calo del reddito. Quasi tre quarti degli intervistati hanno attribuito una certa responsabilità anche agli esattori.
“Le persone che si presentano in bancarotta sono sempre la punta dell’iceberg”.
Così Robert M. Lawless, autore dello studio e professore di diritto all’Università dell’Illinois.
“Il fallimento può offrire un nuovo inizio per la gente che ha bisogno ma per gli Americani più anziani è troppo poco e troppo tardi. Nel momento in cui si dichiarano falliti, la loro ricchezza è svanita e semplicemente non hanno abbastanza anni per rimettersi in piedi”.