Budget di nuovo sbloccato dal Senato degli Stati Uniti, dopo il nuovo shutdown (il secondo in meno di tre settimane) provocato dal senatore repubblicano Rand Paul.
Il Senato, pur avendo i voti bipartisan per farlo passare, non era infatti riuscito ad approvarlo entro il termine delle 24:00 (le 6 in Italia) perché “ostaggio” del conservatore repubblicano Rand Paul, esponente dei Tea Party, fautore dell’austerity fiscale, che ha parlato per più di 7 ore, per protesta contro l’aumento del tetto di spesa.
L’accordo è arrivato solo intorno alle 8 del mattino (orario italiano) con l’approvazione di un aumento della spesa di 300 miliardi per il biennio 2018-2019 e la sospensione del tetto del debito per un anno.
Il testo è stato votato a favore da 71 senatori mentre si sono detti 28 contrari. Ora il voto passa alla Camera. La votazione dovrebbe avvenire prima dell’alba della East Coast, in modo da impedire che il secondo stop per mancanza di fondi agli uffici pubblici possa far sentire i suoi effetti sui cittadini.
Ma il via libera della Camera non è del tutto scontato, per l’opposizione dei repubblicani conservatori fiscali, che lo ritengono troppo generoso, e dei liberali, che lamentano che il testo non contiene misure per sanare la posizione dei Dreamers, gli immigrati giunti illegalmente da bambini negli Usa.