La decisione, annunciata ieri dall’Opec+, di tagliare la produzione di greggio per due milioni di barili al giorno, non va giù agli Usa. Che non escludono nessuna mossa per rispondere alla scelta del cartello di produttori di petrolio, incluso il rilascio di ulteriori riserve petrolifere strategiche per contenere i prezzi dell’energia.
“Siamo delusi. Stiamo esaminando quali alternative potremmo avere per abbassare i prezzi del petrolio. Ci sono molte alternative. Non abbiamo ancora deciso”, ha spiegato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ai giornalisti che gli chiedevano un commento alla mossa dell’Opec+.
La Casa Bianca ha cercato sino alla fine di fare pressione sull’Opec+ affinché non procedesse a un taglio che rischia di aumentare i prezzi della benzina a un mese dalle elezioni di metà mandato. Il pressing però non ha avuto successo. L’Arabia Saudita ha infatti deciso di schierarsi con la Russia e spingere per una riduzione della produzione, voltando le spalle agli alleati statunitensi. L’Opec+ si mostra “allineata con la Russia”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre parlando senza giri di parole di un “errore” da parte del cartello.
In crisi i rapporti tra Usa e Arabia Saudita
Il segretario di Stato Antony Blinken ha definito la mossa dell’Opec di tagliare la produzione di petrolio sia “miope che deludente” e ha affermato che l’amministrazione sta esaminando una “serie di opzioni di risposta” quando si tratta di relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita. “Non faremo nulla che possa violare i nostri interessi, questo è prima di tutto ciò che ci guiderà”, ha detto Blinken durante una conferenza stampa. “Terremo a mente tutti questi interessi e ci consulteremo da vicino con tutte le parti interessate mentre decideremo eventuali passi da fare”.
La decisione dell’Opec+ ha spinto alcuni membri del Congresso a ipotizzare l’introduzione di misure per obbligare gli Stati Uniti a rimuovere le truppe e i sistemi di difesa missilistici dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti. “Non ci sono ragioni per continuare a offrire servizi a questi paesi che stanno attivamente lavorando contro di noi. Se l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti vogliono aiutare Putin, allora dovrebbero farsi difendere da lui“, affermano i deputati democratici Tom Malinowski, Sean Casten e Susan Wild.