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Usa, Trump perde sostegno nel partito e tra finanziatori

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NEW YORK (WSI) – Qualcuno le ha definite “le 48 ore piu’ disastrose di Donald Trump“. E non a torto. Dopo le polemiche con la famiglia sul soldato musulmano ucciso in Iraq e  dopo aver evocato lo spettro di “elezioni truccate”, il candidato repubblicano in corsa per la Casa Bianca ha deciso di andare allo scontro diretto contro i vertici del suo partito.

Alla base delle polemiche delle ultime ore, le dichiarazioni del tycoon che ha detto chiaro e tondo che non sosterra’ la rielezione in Congresso di due big del partito: lo speaker della Camera Paul Ryan e il senatore John McCain. Una presa di posizione – commentano i media americani – mai vista da parte di un candidato alla Casa Bianca.

Dichiarazioni che non trovano d’accordo, il candidato scelto dal ‘re del mattone’ come suo vice, Mike Pence, che, per la prima volta si sfila, assicurando tutto il suo sostegno a Ryan.

L’uscita del miliardario è suonata come una rottura con i vertici del partito (ha anche escluso l’appoggio al senatore John McCain, suo acerrimo nemico), ma anche come una punizione per quanto Ryan aveva detto lo scorso maggio.

“Non sono ancora pronto a sostenere Donald Trump”, aveva detto. Anche se poi ha cambiato idea e sul palco della convention repubblicana di Cleveland Ryan è stato tra i pochi alti dirigenti del partito a spendersi per la nomination di Trump.

Ma a fare un passo indietro non sono solo i “colleghi” di partito. Anche i finanziatori cominciano a sfilarsi. E’ il caso di Meg Whitman, numero uno di Hewlett-Packard e da sempre repubblicana, che ha annunciato il suo voto per Hillary. Così come Maria Comella, l’ex portavoce del governatore del New Jersey Chris Christie, uno dei più vicini in questa fase al tycoon.