NEW YORK (WSI) – La notizia la riporta il Wall Street Journal e mette in risalto l’importanza sempre maggiore che hanno assunto nel corso del tempo i social network. L’amministrazione guidata dal Presidente Barack Obama starebbe studiando una misura che prevede il rilascio di un visto per entrare nel territorio americano sulla base di quanto pubblichiamo sulla nostra pagina Facebook o sull’account Twitter.
La novità, destinata a far discutere, è al vaglio del Dipartimento della Sicurezza nazionale che starebbe così affinando le armi e i controlli all’indomani della strage di San Bernandino, avvenuta il 2 dicembre scorso quando in un centro per disabili due persone armate con fucili AK-47, giubbotti anti-proiettile e i volti coperti da passamontagna hanno aperto il fuoco nella sala in cui si stava svolgendo la festa di Natale dei dipendenti, uccidendo 14 persone e ferendone 17. L’idea è anche quella di sventare eventuali attentati terroristici.
Di recente sono stati identificati i due killer: si tratta del 28enne Syed Farook, ispettore sanitario nato negli Usa di origini asiatiche, e di sua moglie Tashfeen Malik, 27, pachistana. Proprio la donna era molto attiva sul suo profilo Facebook ed era entrata negli Usa con un visto che di solito viene riconosciuto a futuri coniugi di cittadini Usa. Il controllo dei post e delle foto che vengono pubblicati su Facebook o Twitter, i social network più famosi al mondo, oggi avviene saltuariamente ed è parte di un programma pilota partito proprio nel 2015 che, visto come sono andati i fatti, non ha dato i risultati sperati nel caso della strage di San Bernardino.
La novità fa parte di un sistema di controlli più rigidi che l’amministrazione americana vuole attuare per effettuare controlli ai flussi di immigrazione e proprio qualche giorno fa la Camera dei rappresentanti ha approvato proprio un progetto di legge che introduce una nuova stretta sul sistema di ingresso in territorio americano, rendendo necessario il visto per chiunque abbia visitato Iraq e Siria negli ultimi 5 anni, anche se proveniente da Paesi fino ad ora esenti attraverso il ‘Waiver Visa program’.