Un settore in espansione, che immette nell’economia americana 162 miliardi di dollari all’anno. È la vitivinicoltura negli Stati Uniti, un comparto produttivo sempre più importante per l’agroalimentare Usa, secondo un’indagine del centro studi della “Mkf – Wine business advisors”, una società di consulenza specializzata della California. Oggi sono infatti 374mila gli ettari di vigne, 5mila le aziende vinicole e 1,1 milioni i posti di lavoro nel settore. Solo dalla vendita di bottiglie si ottengono 11,4 miliardi ogni anno, ma il vino, l’uva e i prodotti alimentari derivati hanno un impatto economico su un business più ampio, che va dall’enoturismo alle macchine agricole. Il comparto vitivinicolo, spiega il direttore della Mkf Research, Barbara Insel, “crea occupazione, interessa migliaia di persone in tutto il Paese e paga molte tasse”. Un’analisi condivisa da molti operatori dell’industria vitivinicola, che evidenziano soprattutto la mancanza di finanziamenti federali adeguati, la scarsità di manodopera qualificata e i “capricci” del clima e del gusto dei consumatori. Nonostante queste difficoltà, negli States la vitivinicoltura continua a espandersi. In California, secondo l’indagine, si produce il 90 per cento del vino con etichetta Usa e, di fatto, quasi il 100 per cento dell’uva passa e dell’uva da tavola. I succhi d’uva, pero, sono prodotti soprattutto nello Stato di Washington, nel Michigan, in Pennsylvania e nello Stato di New York. Cresce anche il numero delle aziende vinicole, passato dalle 2.688 del 1999 alle 4.929 del 2005, e si diffondono sempre più in tutto il territorio americano. Soltanto in North Carolina, sottolinea l’Mkf, nell’ultimo decennio sono nate 44 “wineries” e circa 400 ettari di tabacco e altre colture sono stati convertiti a vigneti. Nello Stato di New York invece, secondo il presidente della “New York wine and grape foundation”, Jim Trezise, la maggior parte delle 239 aziende vinicole sono nate negli ultimi 25 anni e il tasso di crescita è raddoppiato dal 2000 in poi. Inoltre, oltre a produrre e vendere vino, le wineries attraggono ogni anno 27 milioni di visitatori: la spesa americana per l’enoturismo, infatti, supera i 3 miliardi di dollari all’anno. Intanto parte in maniera stabile il mercato nazionale dei vini. Secondo le rilevazioni dell’Ismea (l’Istituto per i servizi ai mercati agricoli), nella prima parte del mese di gennaio scambi e quotazioni delle diverse categorie di prodotto non manifestano variazioni di rilievo rispetto al periodo prenatalizio. Per i vini da tavola, tuttavia, si notano prezzi in lieve rialzo per le basse gradazioni per i bianchi e rossi (attestati rispettivamente a 3,12 e 2,86 euro l’ettogrado). Per le alte gradazioni, invece, i prezzi rimangono invariati.