NEW YORK (WSI) – Il Tribunale di Campobasso ha aperto le porte al rinvio a giudizio per i vertici dell’ex Banca Popolare del Molise, poi incorporata in Unicredit, per il reato di usura.
Dalle indagini della vicenda giudiziaria, avviata nel 2014 da un imprenditore molisano, “emergono gravi indizi di colpevolezza a carico degli esponenti bancari ai quali il Pubblico Ministero contesta – nell’ambito dell’avviso di conclusione delle indagini – le aggravanti di aver agito nell’esercizio di attività professionale e bancaria ed in danno di soggetto che svolge attività imprenditoriale”.
Lo si legge in un comunicato diffuso dallo dall’avvocato Michele Coratella e dal professor Arcangelo Marrone che unitamente all’imprenditore coinvolto nella vicenda, il signor De Luca, specificano nel dettaglio la questione e i presunti reati commessi dagli esponenti degli organi apicali, questi ultimi identificati dal PM su richiesta del GIP.
“Un esito fortemente auspicato dal querelante dopo che, nel maggio 2014, il GIP, Dott.ssa Rinaldi, aveva rigettato la (prima) richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero, e riconosciuto la superficialità della relazione tecnica fornita dall’alto funzionario di Banca d’Italia – ausiliario dell’ufficio inquirente, autorizzato dagli uffici centrali di Banca d’ Italia” conclude il comunicato.
A essere indagati sono i responsabili a vario titolo dell’ufficio preposto alla determinazione del tasso di interesse da applicare alla clientela.