ROMA (WSI) – Continua ad aprirsi la voragine nei profitti delle aziende italiane.
Nel 2014 la quota di profitto delle società non finanziarie è infatti stata pari al 40,6%, per una riduzione dello 0,8% rispetto all’anno precedente.
Sono gli ultimi dati dell’Istat. Si tratta del nuovo minimo dall’inizio delle relative serie storiche, iniziate nel 1995.
Il 2015 dovrebbe andare meglio, visto l’avvio a marzo del piano di Quantitative Easing della Banca Centrale Europea, che sta riducendo la forza dell’euro e dovrebbe alimentare gli investimenti.
Il Pil italiano è cresciuto solo in un trimestre negli ultimi tre anni e mezzo. In questo contesto è difficile operare per le società italiane, che hanno dovuto fare i conti anche con una ripresa che tarda a prendere slancio in tutta l’area euro.
L’agenzia di rating S&P si è lamentata del fatto che la crescita in Italia continui a deludere. Lo ha scritto mella revisione del suo economic outlook sull’eurozona per i prossimi due anni.
L’agenzia spiega che “i consumi quest’anno daranno solo un modesto contributo alla crescita” mentre “gli investimenti restano una principali fonte di preoccupazione”.
Allo stesso tempo S&P riconosce che l’euro debole darà una bella spinta all’export italiano.
La prossima settimana intanto prende il via la stagione delle trimestrali Usa, da cui il mercato spera di vedere un buon computo nel complesso.
(DaC)