Impresa

V2 e il Made in Italy che sa ancora vincere nella moda

Dal cuore del Piemonte, arriva la storia di una moderna azienda che opera nella produzione di capi da uomo. Abbiamo intervistato il fondatore Francesco Vitale per cogliere alcuni aspetti centrali di questo successo italico

Biella è una città vivibile,tranquilla, collegata male. Per arrivarci in auto dall’autostrada, devi spararti 22 km di statale attraversando paesi, paeselli e risaie, il tutto tra un capannone abbandonato ed una fabbrica in disuso. Poi qualche chilometro prima di arrivare in città sventolano alte delle bandiere: è l’ingresso del piazzale dove ha sede operativa l’azienda V2. Puoi mai pensare che in un territorio depresso che vive di industrializzazione remota e continui ricordi di un passato fiorente che fu, ritrovi un 32enne che ha fondato da una sua passione per “la pochette” un vero e proprio caso economico? Un’azienda tessile tutta Made in Italy di abbigliamento total look da uomo che anno dopo anno aumenta sempre il suo fatturato ed allarga i suoi confini. Incontro Francesco Vitale una mattina di Novembre, non è semplice trovare un buco nella sua agenda ma l’occasione è piacevole, giusto perché conosce ancora poco l’intervistatore!

Nel 2024 V2 fa 10 anni, chi era Francesco Vitale nel 2014?
“Un fresco laureato in economia aziendale con un master in management ed ingegneria tessile che aveva deciso di rifiutare una proposta per un posto sicuro da “Zegna” per seguire la sua passione, creare T Shirt uniche, personalizzate con taschini da fantasie e motivi sempre diversi. Cuciva il mio socio Vlad nella stireria di mamma usando la sua macchina, utilizzando il tessuto che avanzava dal mezzo metro che prendevo per fare pochette da infilare nel taschino della giacca quando uscivo in giro o quando facevo il PR in disco”.

Inizio in garage, come tante altre storie di successo! Ma tua madre non era una sarta?
“No, entrambi i miei genitori sono medici e nonostante avessero credo altri progetti per il mio futuro, mi hanno sempre e comunque appoggiato e sostenuto sia negli studi che in questa avventura, addirittura i primi due anni l’azienda era nel loro garage, ma poi è arrivato il giorno in cui i camion non entravano più nella rampa e allora…”.

Ti sei reso conto di quanta incoscienza c’è stata nel creare un’impresa di moda in un territorio dove coabitano icone del tessile e decine di aziende fallite?
“L’incoscenza dei 21 anni! Ho pensato, se non lo faccio adesso quando lo farò più, mi sono detto che qualora avessi fallito avrei fatto in tempo a riprendermi. Ho seguito la mia passione, mi sono reso conto che le cose che creavo avevano un buon riscontro, vendevo a vari negozi in zona e tanti segnali erano positivi, ero entusiasta, ero affascinato da questo mondo e mi sono lanciato. Ho investito tutti i miei risparmi ed è andata bene“.

Il territorio biellese, cosa ti dà e cosa ti toglie?
“Dare tanto, considera solo quanto l’affitto di un capannone sia vantaggioso rispetto ad altri territori. Tolto praticamente nulla, il biellese impatta sul business della mia azienda solo su un negozio che ho in centro che è comunque il mio fiore all’occhiello, il mio orgoglio”.

A cosa deve il successo la tua azienda, perchè scelgono V2?
“Sicuramente ad un mix di fattori, un capo unico, originale, customizzato, tutto Made in Italy ad un prezzo contenuto considerando il prodotto. Riesco a far quadrare le cose perché insieme ai miei collaboratori realizziamo tutto in casa, personalizziamo il “basico” just in time e questo mi permette di avere poco stock e di contenere i costi“.

Nel 2014 quanti capi “facevi” all’anno? E ora invece?
“Nel 2014 intorno ai 5mila, adesso siamo circa sui 200mila”.

I confini del tuo business?
“Europa e poi dal 2019 Giappone e Cina”.

Vendere il Made in Italy ai cinesi che col Made in China hanno affossato tante aziende italiane! Che orgoglio. Prossimi mercati?
“Allargare il mercato estero sia online che con il B to B, sarebbe una grande soddisfazione, ancora ricordo quanto contento fossi quel giorno che camminando per Osaka vidi un manichino vestito V2!”

Come ti vedi tra dieci anni?
“Bella domanda,dieci anni fa non avrei mai pensato di stare aquesto punto con la mia azienda in termini di numeri, il mercato è cambiato in maniera drastica da due anni, ha accelerato processi
ed è cambiata la propensione all’acquisto dei clienti, mi auguro di avere una evoluzione sia sui punti vendita che nell’online mantenendo sempre quelli che sono i miei valori che non dimentico”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di dicembre 2024 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.