Economia

Vacanze, le 5 regioni più care per colpa dell’inflazione

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L’estate si fa sempre più calda, anche sul fronte dei prezzi per chi ha intenzione di andare in vacanza. Per gli italiani si prospetta una vera e proprio stangata da un valore approssimativo di 3,9 miliardi di euro. Gli aumenti dei prezzi di voli, alberghi e pacchetti vacanze comporteranno un vero e proprio aumento di spesa.

L’Italia risulta essere più cara di Francia, Spagna e Grecia. Il settore del turismo e delle vacanze è stato colpito in maniera inesorabile dall’inflazione. A subirne le conseguenze sono tutti i sistemi turistici italiani, partendo da Lazio, Lombardia e Toscana. Ma cerchiamo di capire meglio cosa stia accadendo.

Le vacanze diventano sempre più care

A fare il punto della situazione sul caro vacanze ci ha pensato Demoskopika, che ha messo in evidenza che quest’anno, per i turisti italiani si prospetta una stangata da 3,9 miliardi di euro. I rincari più pensanti sono registrati dall’aumento dei prezzi dei voli, degli alberghi e dei pacchetti vacanza. L’Italia è peggio di Spagna, Grecia e Francia.

A pesare sulle vacanze è l’inflazione, che colpisce un po’ tutti i sistemi turistici, con in testa Lazio, Lombardia e Toscana. Per il 2023, Demoskopika stima che la dinamica dei prezzi registri una variazione tendenziale in aumento dell’8,9% rispetto al 2022. Il differenziale inflazionistico risulta essere pari ad un +3,3 punti percentuali rispetto all’inflazione acquisita generale, che è stata calcolata al 5,6% dall’Istat.

L’inflazione tendenziale aggiornata al mese di giugno 2023 rispetto allo stesso mese del 2022, comporterà degli aumenti pesanti nelle seguenti voci:

  • trasporto aereo: +23,5%;
  • pacchetti vacanza: +17,7%;
  • servizi di alloggio: +12,8%.

Nel corso del mese di giugno 2023, inoltre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, che è stato sviluppato per misurare l’inflazione in modo da poterla comparare con quella europea, fa supporre che, su base annua, gli aumenti in Italia – almeno nella maggior parte delle voci del paniere di riferimento – risulti essere superiore rispetto a quello dei nostri maggiori competitor: Francia, Spagna e Grecia.

Dove si registrano i maggiori aumenti

Quali sono le regioni dove le vacanze costeranno di più? Le località nelle quali è stata registrata un’inflazione acquisita turistica superiore alla media italiana sono le seguenti:

  • Lazio: +9,5%;
  • Lombardia: 9,2%;
  • Toscana: 9,1%;
  • Molise: 9,1%;
  • Campania: 9%.

Solo per queste regioni siamo davanti ad un rincaro cumulato pari a 1,6 miliardi di euro. Una cifra che risulta essere pari ad oltre il 40% della quota complessiva della spesa turistica, che può essere imputata alla crescita dei prezzi.

Stiamo assistendo, quasi inermi – ha dichiarato Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – alle evidenti ripercussioni della frenesia post pandemica caratterizzata da un’impennata dei prezzi del trasporto aereo, dal caro energia, della crescita dei listini dei carburanti e da prenotazioni incontrollate che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi nel comparto turistico. E al danno si aggiunge la beffa poiché la spirale inflazionistica riguarda principalmente i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali. L’appeal del made in Italy va tutelata a partire dal mercato autoctono che rappresenta, bene non dimenticarlo, la metà del successo turistico del Belpaese. Fronteggiare le criticità a muso duro, dunque, per non sprecare l’opportunità di una forte ripresa dei flussi turistici nel nostro paese.

Vacanze, gli aumenti maggiori sono in Italia

L’Italia ha registrato un aumento dei prezzi legati al sistema turistico maggiore rispetto a quello dei concorrenti europei. A registrare i maggiori aumenti sono le voci di spesa incluse nei servizi di trasporto, che sono cresciuti del 9,9% contro un aumento, per la stessa voce per la Francia pari ad +6%, per la Grecia pari ad un +1,4% e, addirittura ad una rilevante flessione della Spagna: -16,1%.

Sicuramente molto più significativi sono gli aumenti registrati nei servizi ricettivi e della ristorazione, che hanno registrato un +7,5%. Il differenziale inflazionistico, in questo segmento è pari a:

  • +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia: +5,6%;
  • +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia: +5,7%;
  • +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna: +6%.

L’unica eccezione è costituita dai servizi ricreativi e culturali – stiamo parlando di musei, parchi divertimento, eventi e via discorrendo – per i quali l’Italia registra un aumento del 3,6%, che è superiore a quello della Grecia (+3,3%); ma risulta essere inferiore rispetto a quello di Francia (+4,8%) e Spagna (+4%).

Gli altri aumenti

Dalle rilevazioni di Demoskopika, gli altriaumenti che spiccano per rilevanza sono:

  • pacchetti vacanza: +17,7%;
  • servizi di alloggio: +12,8%;
  • servizi di ristorazione: +6,3%.

I fortissimi rincari dei prezzi nel settore del trasporto aereo, degli alloggi e dei pacchetti vacanza modifica profondamente le abitudini vacanziere degli italiani – spiega Furio Truzzi, presidente Assoutenti -. Se da un lato rimane stabile rispetto al 2022 il numero di cittadini che si concederà una villeggiatura nel periodo estivo, dall’altro la tendenza è quella a tagliare la spesa attraverso una riduzione dei giorni di vacanza. Basti pensare che la percentuale di italiani che quest’estate potrà permettersi solo un weekend o al massimo tre notti fuori casa, passa dal 4% dello scorso anno al 18% del 2023. Ma si riduce fortemente anche la quota di chi trascorrerà fino a 7 notti fuori, dal 63% del 2022 al 56% di quest’anno. E il paradosso è che nonostante si riducano i giorni di villeggiatura, la spesa sarà più alta: le vacanze estive 2023 costeranno agli italiani 1,2 miliardi di euro in più rispetto al 2022, seppur con un numero inferiore di notti fuori casa.