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Vaccini, Moderna e BioNTech: titoli sull’ottovolante al Nasdaq

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I principali produttori mondiali di vaccini contro il Covid-19, Moderna e BioNTech (che lo ha sviluppato insieme a Pfizer), stanno vivendo una settimana difficile al Nasdaq visto che nelle ultime due sedute entrambe i titoli hanno ceduto oltre il 20 per cento.

È bene ricordare che i due titoli biotech sono stati tra i protagonisti del rally di Wall Street nel 2021 con rialzi di oltre il 360% fino a lunedì, quando entrambe le azioni hanno registrato i nuovi record storici per poi essere presi di mira dalle prese di beneficio nelle sedute successive.

I cali si sono intensificati ieri con Moderna che ha chiuso in calo del 16% e BioNTech in calo del 14% con l’aumento del volume degli scambi.

Moderna e BioNTech, i motivi della flessione sul Nasdaq

Secondo quanto evidenziato da Bloomberg, le due società quotate sul Nasdaq hanno perso nelle ultime due sedute circa 60 miliardi di dollari in valore di capitalizzazione anche a causa del giudizio degli investitori sulle elevate valutazioni raggiunte nelle ultime settimane dalle due società.

Dopo l’annuncio di contri trimestrali record proprio grazie alle vendite dei vaccini contro il Covid, gli analisti hanno spostato il focus delle due società biotech sul lungo termine chiedendosi se le valutazioni raggiunte dai titoli sono ancora giustificabili quando verrà meno l’emergenza coronavirus e e le vendite dei vaccini Covid subiranno un drastico calo.

In particolare gli analisti di Bofa hanno confermato il loro giudizio su Moderna a Underperform sul titolo e soprattutto con un prezzo obiettivo di 115 dollari rispetti agli attuali 385 dollari a cui viene scambiato a Wall Street.

Secondo Bofa gli attuali livelli di prezzo raggiunto dal titolo sono ingiustificabili sulla base dei fondamentali. “Per giustificare l’attuale capitalizzazione di 200 miliardi di dollari, si deve assumere: i) una produzione costate da 1 a 1,5 miliardi di dosi di vaccino Covid-19 ogni anno dal 2022 al 2038; e ii) probabilità di successo del 100% per l’intera pipeline dei prodotti in fase di studio con picchi di vendita complessivi di 30 miliardi di dollari”, hanno spiegato da BofA.

Nei giorni scorsi non contenta dei profitti già registrati, Moderna avrebbe rivisto al rialzo il prezzo del vaccino anti-Covid nel quadro degli ultimi contratti di fornitura siglati con l’Unione europea di qui al 2023, dopo che i test di fase tre hanno evidenziato una maggiore efficacia rispetto agli altri. Lo ha riportato nei giorni scorsi il Financial Times, sottolineando come la stessa pratica sia stata adottata anche da Pfizer. Una decisione che evidentemente non ha convinto gli analisti.