Società

Vaccini salvezza nazionale: immunità pediatrica del terzo millennio

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Mezzo secolo addietro, quando portavo i calzoni corti, spesso anche rattoppati, ricordo che l’incidenza di mortalità infantile era alta, molto alta.

Nel mentre consideravamo quelli del mia età, quelli che avevano superato la sessantina già con un piede vicino ai cipressi del cimitero. Insomma, in termini generali, più che contare i vivi si contavano i morti o quelli che si credevano ormai morti.

Nella mia famiglia di origine, prima ancora che nascessi,  ho avuto una sorella, morta prima di fare un anno di vita e mai nessuno ne spiegò la ragione, la causa: morta e basta dissero!

Adesso, grazie ai progressi  della medicina, l’impostazione è cambiata, si vive meglio e più a lungo. La terza età, toccando ferro,  è migliore della seconda, spesso anche meglio della prima.

Faccio una riflessione a voce alta: è così difficile capirlo, è di tale evidenza che chi vive in Africa lo sa bene, perché ahimè, in molti casi,  non hanno avuto la fortuna di nascere in  Italia.

Nel mentre penso a quella che è stata la più grande invenzione per la soluzione di problemi legati alla salute del secolo scorso, mi capita di assistere a discussioni futili e allucinanti: vaccini si o vaccini no?

Ma dico ai nostri tromboni della politica nazionale: acquisite una consulenza da parte di gente qualificata del mondo scientifico oppure chiedetelo alla prima massaia che trovate in circolazione.

Nel mentre si discute, si dibatte, nel frattempo, leggo che aumentano in modo esponenziale patologie che credevamo da tempo sconfitte come il “morbillo”. Non dovrebbe bastare questo per indurre gli scettici o gli stregoni della medicina a ricredersi e facilitare queste discussioni onde rendere obbligatoria la vaccinazione per l’accesso al ciclo scolastico dei nostri figli?

Qualche volta sono assalito da qualche dubbio sulla imbecillità umana. Quando penso ai politici in circolazione, quelli che devono decidere per noi, per i nostri figli, per il nostro futuro, assisto alle posizioni contrapposte per finalità legate al consenso, i dubbi aumentano.

Vaccinarsi per tempo, significa scegliere per la vita, non solo nostra ma anche quella degli altri considerato che alcune patologie sono ahimè contagiose.

Il vaccino e la qualità della vita che ho la fortuna di vivere rappresenta la migliore risposta alla preistoria e ai tanti cipressi che vedevo in passato e oggi sempre più in lontananza, politica permettendo!

Viva i vaccini, viva il progresso scientifico!