Ben ventidue investitori istituzionali, tra cui Pershing Square di Bill Ackman e Paulson & Co, Lone Pine Capital e Viking, hanno in mano una quota superiore all’1% in Valeant (dati aggiornati a fine giugno), una cifra più alta del 90% delle società quotate nell’indice Standard & Poor’s 500. Con i cali di Borsa del titolo hanno visto andare in fumo $40 miliardi in appena tre mesi.
NEW JERSEY (WSI) – Da Bill Ackman in giù, i grandi gestori di fondi hedge del mondo sono tutti nel panico per le conseguenze che potrebbero scaturire dal caso Valeant, titolo quotato nel mercato americano. Dopo la stupefacente discesa dei prezzi in Borsa, la domanda che tutti si pongono ora è: chi è rimasto invece tra i pochi a comprare titoli del gruppo in profonda crisi.
Valeant è il colosso farmaceutico con sede in Canada, finito nella bufera per le accuse mosse alle sue pratiche di business e le acquisizioni aggressive che hanno portato in molti a paragonarlo a una seconda Enron, azienda energetica protgonista del più grande crack nel settore del trading di materie prime della storia americana.
Per molti versi il colosso farmaceutico canadese era il progetto studiato alla perfezione per gli hedge fund. Grazie all’apporto di veterani di Goldman Sachs e McKinsye, la casa farmaceutica ha ottenuto prestiti importanti per poter investire e fare acquisti senza freni, riuscendo così a ottenere un miglioramento degli utili del 20 per cento l’anno.
Ma appena le sue azioni sono crollate bruscamente, arrivando anche a cedere il –70% da agosto, dopo che sono iniziati a sorgere dubbi sull’efficacia del suo modello di business e su alcune pratiche contabili sospette, l’alta concentrazione di grandi nomi tra i suoi azionisti è diventata improvvisamente un peso. Un problema da risolvere al più presto.
“Una folla fitta di nomi con titoli in portafoglio messi molti male, al punto tale che appena è stato storto un capello, la reazione è stata brutale”, sottolinea a Bloomberg Benjamin Dunn, presidente di Alpha Teoria Advisors, che lavora con gli hedge fund che hanno in gestione circa 6 miliardi di dollari.