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Valute, chi ha vinto e chi ha perso dopo l’emergenza coronavirus

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L’impatto del coronavirus sui listini azionari è stato enorme, ma anche i mercati valutari, con il rallentamento degli scambi e dell’economia globale, hanno subito notevoli assestamenti.
Il desiderio di mettere al riparo gli investimenti su asset “sicuri”, come ad esempio Treausies americani, ha contribuito a fare del dollaro l’ovvio vincitore di questa fase.

Il Dollar Index, l’indice che traccia la performance del biglietto verde su un paniere diversificato di valute, ha guadagnato il +3,2% da inizio anno al 2 aprile.

“Sui mercati dei cambi abbiamo assistito a movimenti drastici, con un notevole rafforzamento del dollaro Usa che ha sovraperformato tutte le principali valute. In qualità di valuta di riserva mondiale, riteniamo che stiamo entrando in un periodo in cui il dollaro Usa sarà il re, spinto in parte dalla carenza di dollari nei mercati offshore”, hanno commentato Ariel Bezalel, Head of Strategy Fixed income, e da Harry Richards, gestore Fixed Income di Jupiter AM. “Ciò causerà probabilmente un notevole danno all’economia globale, soprattutto nei mercati emergenti, dove il debito denominato in dollari è stimato intorno ai 12.000 miliardi in aggregato – semplicemente non ci sono abbastanza dollari che vadano al mondo esterno in questo momento critico”.

E infatti le grandi sconfitte in questa fase di fibrillazione dei mercati e di rallentamento nei flussi delle merci sono proprio le monete dei paesi emergenti: da inizio anno il MSCI EM currencies, che riassume la performance delle principali monete dei mercati emergenti, ha ceduto ben il 6,49% (dato al 2 aprile).
Quelli attuali sono, per le valute dei paesi emergenti, i livelli medi più bassi dal gennaio 2017. Anche lo yuan non è stato risparmiato da questo trend generale, anche se il suo valore sul dollaro da inizio anno si è ridotto di un ben più contenuto 1,94%.

Rispetto al dollaro anche l’euro ha ceduto terreno da inizio anno portandosi a 1,09 dollari, con un calo da inizio anno pari al 2,68%.

La sterlina nel corso dell’ultima settimana, infine, ha recuperato buona parte dal crollo osservato a metà marzo. Il confronto del Pound Index di inizio anno con quello attuale, tuttavia, non risparmia una netta svalutazione per la sterlina, che al momento si attesta al -5,63%.