LEGNANO (WSI) – Pronti a scendere? Non ancora! Parliamo di borse americane che, dopo le prime vendite sulla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro americani, hanno recuperato terreno in maniera importante prima di consolidare vicino ai livelli di massimo, cerchiamo di capire il perché.
NFP positivi: tapering in arrivo?
Questa la domanda a cui i mercati hanno cercato di dare risposta venerdì, con reazioni abbastanza chiare dal punto di vista interpretativo della price action. Partiamo dalla rilevazione: 204.000 posti di lavoro creati durante il mese di ottobre con un dato precedente rivisto a rialzo da 148.000 a 163.000, con il tasso di disoccupazione fermo al 7.3% e con un tasso di partecipazione alla forza lavoro nuovamente in calo, ma abbiamo avuto modo di ragionare su questo aspetto durante la settimana passata, decidendo razionalmente di concentrarci soltanto sul numero di nuove buste paga erogate, un dato empirico. La reazione del dollaro americano è stata chiara, di proseguimento della strada di rafforzamento di breve periodo cominciata l’ultima decade di ottobre, e su questo non avevamo grossi dubbi. Più difficile sarebbe stata la previsione di come le borse avrebbero potuto reagire sul dato, una reazione che sarebbe dipesa molto dal fulcro di attenzione degli investitori.
Se questo fosse stato, come infine si è dimostrato, il tapering del QE, avremmo potuto assistere paradossalmente a salite immediate dei prezzi di fronte ad un dato brutto (come scritto venerdì) a causa del fatto che la limatura degli acquisti di titoli di stato e di MBS sarebbe stata spostata in là nel tempo, lasciando liquidità nel mercato a sostegno delle borse. Viceversa nel caso contrario. Quando abbiamo visto il dollaro salire e le borse scendere abbiamo compreso come l’attenzione dei grossi investitori sia rivolta proprio a questo drenaggio di liquidità, che si farà, questo è certo, bisogna “soltanto” capire quando. La contro-reazione, che ha mostrato forti salite ci fa comprendere e fa formare l’idea in noi di come non sia da escludere la possibilità di assistere a nuovi massimi sulle piazze finanziarie americane da qui a fine anno, periodo in cui qualcuno scommette possano avvenire i primi tagli (da 5 a 10 miliardi), prima che Bernanke lasci il comando della Fed. Allo stato dell’arte attuale, noi ci schieriamo tra i sostenitori di uno slittamento al 2014.
Settimana di assestamento
Ci voleva ed il momento in cui è arrivata crediamo sia perfetto, dal punto di vista sia dell’analisi della situazione corrente e potenziale futura, sia e soprattutto da quello operativo. La quantità e l’importanza dei dati macroeconomici che verranno rilasciati rasenta lo zero, con le rilevazioni che più possono impattare il mercato riconducibili al CPI inglese di domani mattina (cons. 2.5% vs prec. 2.7%), l’inflation report della BoE il giorno dopo, assieme al Pil giapponese (cons. 1.6% vs prec. 3.8%), il Pil europeo giovedì (cons. 1% vs prec. 0.9%) ed il CPI europeo venerdì (cons. 0.7% vs prec. 0.7%). I dati cinesi rilasciati durante il week end non hanno sorpreso le aspettative e questo non ha impattato sui mercati correlati, con il dollaro australiano che come vedremo tra poco si trova sui livelli post NFP.
L’inflazione è stata rilevata al 3.2% contro aspettative di 3.3% ed un dato precedente di 3.1%, la produzione industriale dal precedente 10.2% è passata a 10.3% battendo le attese di 0.2 punti percentuali, mentre le vendita al dettaglio si sono mantenute al 13.3% (consensus 13.4%).
QUADRO TECNICO
EurUsd: su un grafico giornaliero il fatto che la candela di venerdì non sia tornata sopra la linea di trend che seguivamo ci fa abbandonare qualsiasi idea operativa per il momento. Spostiamoci come di consueto sull’intraday, notando come le aree di resistenza individuate venerdì tra la media ed i punti statici precedenti passanti per 1.3450, dove abbiamo ipotizzato acquisti di dollaro, abbiano funzionato in maniera buona, spingendo i prezzi oltre i minimi.
Il mercato si è fermato a 1.3300, livello da curare per pensare ad ulteriori approfondimenti ribassisti (operativamente l’area tra 1.32 ¾ e 1.3285 potrebbe risultare importante per raggiungimenti in primis di 1.3240). I prezzi ora si stanno muovendo in lieve correzione con l’area che passa tra 1.3370 e 1.3390 che potrebbe rappresentare una buona resistenza sulla quale pensare ad acquisti di dollaro americano, tenendo conto che un ritorno sopra 1.3410 potrebbe essere propedeutico a risalite verso area 1.3440/50.
UsdJpy: UsdJpy da seguire ogni sera vista la situazione di potenziale rottura rialzista che potrebbe divenire realtà tra 99.35 e 99 ¾. Nell’intraday, le aree di vendita hanno funzionato bene fino all’uscita dei NFP che hanno portato a forti acquisti di dollari che hanno riportato le quotazioni sopra 99 yen per dollaro. Siamo ora in pull back della media a 21 oraria che potrebbe fornire spunti rialzisti insieme all’area che passa tra 98.75 e 98.85, tenendo conto che un superamento ribassista di 98.65 potrebbe portare a correzioni verso 98.40. Tra 99 ¼ e 99.40 potremmo assistere a buone frenate delle quotazioni, data la delicatezza del livello. Da curare con attenzione 75 in caso di rialzo per quanto detto a livello daily.
EurJpy: la risalita prepotente del UsdJpy ha portato alla salita anche dell’EurJpy che, durante la mattinata di venerdì ha rispettato le aree di vendita poste intorno a 132.00, andando a ripiegare fino a 131.50 e formando un minimo superiore rispetto al precedente (grafico orario, come sempre), andando a formare la figura di pera cotta che spesso utilizziamo. La ripartenza sopra area 132.15 è stata fondamentale per valutare salite che avrebbero potuto esaurirsi tra 132.40 e 65, come è accaduto (livelli statici precedenti e media mobile a 100). Ora ci troviamo in una situazione non valutabile su un orario, mentre su un 4 ore si intravedono possibilità di seguire le aree di target di venerdì come potenziali resistenze sulle quali valutare acquisti di yen (passaggio anche della media a 21), con l’idea che un superamento dell’area che passa tra 132 ¾ ed 85 possa portare ad accelerazioni verso 133.30.
GbpUsd: il cable si trova sotto la media oraria a 21 periodi, che insieme a 1.6030 potrebbe rappresentare una buona resistenza da sfruttare per pensare a vendite di sterlina con l’idea che approfondimenti diretti sotto 1.5985 possano portare a buone discese in area di minimi precedenti. Una ripartenza sopra 1.6045 diviene necessaria per pensare a riprese di quota verso target iniziali posti intorno a 1.6065.
AudUsd: buona tenuta delle resistenze viste in area 0.9485/0.9500, dove abbiamo valutato la possibilità di acquistare di dollaro americano con stop e reverse sopra il livello di 0.9515. Siamo ora sotto la media a 21 oraria che potrebbe fungere da resistenza dinamica (passaggio anche di diversi punti di massimo statici sentiti tra venerdì e la notte trascorsa) sulla quale pensare a nuovi acquisti di dollaro americano, con l’attenzione a 0.9410 come potenziale livello di negazione dello scenario impostato, tenendo conto che un suo superamento potrebbe incontrare resistenze passanti tra 0.94 ¼ e 0.9440.
Ger30 (Dax): buoni gli acquisti sui supporti del Dax venerdì, indice cha ha recuperato quota e questa mattina si sta muovendo lievemente a rialzo. Possibilità di attendere i prezzi in area 0,060/70 per pensare a nuovi acquisti, con l’idea che discese sotto 0,945 potrebbero portare ad estensioni che comunque non dovrebbero superare area9,010.
XauUsd (oro): buona sia la tenuta delle resistenze che l’approfondimento sotto 1,304.00 che ha portato oltre il 1,295 ipotizzato (ma questo l’abbiamo valutato in diretta sull’uscita dei NFP durante il nostro consueto appuntamento di trading dal vivo). Siamo ora sotto la media a 21, con la possibilità di valutare potenziali vendite tra qui e 1,290.00, con area 1,293.70 da valutare come potenziale zona di ripresa verso 1,295.00/97.75, oltre la quale potrebbero avvenire riprese più importanti, verso 1,305.00. In caso di approfondimento sotto 1,279.30 il mercato potrebbe accelerare verso i minimi precedenti.
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