Qualcuno lo avrà forse dimenticato, ma lui è tuttora presente nello scenario politico. Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle Finanze del primo governo greco di Alexis Tsipras, è in Italia e rilascia un’intervista al Corriere della Sera, in attesa del dibattito che si svolgerà questa sera alle 18.30 al Teatro Franco Parenti di Milano sul suo nuovo libro, I deboli sono destinati a soffrire? (La nave di Teseo).
Dal suo account su Twitter continua a farsi sentire promuovendo il movimento da lui creato, il DiEM25, “Movimento per la democrazia in Europa” che punta a una nuova Costituzione entro il 2025 e alla rifondazione dell’Unione europea.
Varoufakis continua a rilasciare interviste e a ribadire il suo pensiero contro le elite e quei pochi che detengono il potere al mondo. Qualche giorno fa, ha elogiato con un tweet la Vallonia, che qualche giorno fa ha bloccato le trattative sul Ceta con il suo no (negoziati poi ripresi nella giornata di oggi).
Interpellato dal Corriere della Sera, Varoufakis dà qualche consiglio a Matteo Renzi in vista del referendum costituzionale, parla ancora di Europa e pensa alla sua Grecia che, afferma, sta sempre peggio, e che è stata “il canarino mandato in miniera in cerca di gas letali“.
“L’Europa è quella miniera” – afferma – che ha “bisogno di un’utopia” per salvarsi.
“L’Europa continua a trattare le singole crisi come se non fossero sintomi di un pericolo comune. La crisi però è europea. Non italiana, né greca, né spagnola. Occorre un approccio sistemico e onnicomprensivo che impedisca situazioni paradossali come quella che viviamo oggi, con la Germania che invoca soluzioni ma in realtà fa di tutto per allontanarle. Se la Ue si rafforzasse, la prima a vedere ridimensionato il proprio peso sarebbe proprio la Germania”.
Mentre sull’Italia che sta alzando la voice contro Bruxelles:
“L’Italia è l’ esempio lampante di quanto disfunzionale sia questa Ue. Considerando la solidità dell’economia, oggi il vostro Paese dovrebbe volare. Invece resta bloccato da vincoli impossibili da rispettare. Il primo ministro Matteo Renzi protesta, e fa bene. Ma in modo inefficace. Non è responsabile aprire dispute con Bruxelles per qualche punto decimale di deficit. Renzi ha il dovere morale, verso l’Italia e verso l’Europa, di superare il suo approccio infantile. Chieda un Consiglio dei capi di Stato e di governo per ridiscutere le regole europee a tutto campo, il ruolo della Banca centrale, il rilancio degli investimenti. Solo così potrà aprire un dibattito accettabile per le opinioni pubbliche, in primis quella tedesca”.
Detto questo, Varoufakis ritiene che Renzi dovrebbe concentrarsi su altro, e ricorda che il premier italiano ha commesso un errore nel presentare il referendum alla stregua di un “ultimatum, che chiede di fatto agli elettori di legittimare la sua leadership”.
Così l’ex ministro:
“Anziché ricattare gli italiani, il premier farebbe bene a concentrarsi su problemi seri come il sistema bancario al collasso”. Varoufakis non ha inoltre problemi a dire che non ha più alcun contatto con Tsipras:
“Se ci incontrassimo ora dubito che avrebbe qualcosa da dire o il coraggio di guardarmi negli occhi. Eravamo stati eletti per liberare la Grecia dal carcere. La Grecia è ancora prigioniera».