ROMA (WSI) – Dopo la disfatta elettorale degli scissionisti di Syriza alle ultime elezioni e la svolta “responsabile” di Alexis Tsipras, l’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis rilancia la sfida all’Europa che ha umiliato il popolo greco dopo il voto del referendum anti-austerità. Il nuovo movimento di Varoufakis si chiama Diem25, si propone di riportare i processi decisionali europei nelle mani della volontà democratica, esautorando la tecnocrazia. A parole, non sembra una battaglia molto dissimile da quella del premier, Matteo Renzi, che nelle ultime settimane si è spesso scagliato contro Bruxelles.
“La svolta anti-austerità di Renzi? Sono d’accordo con quasi tutto quello che dice” afferma Varoufakis a Repubblica, “Ma chiedere più flessibilità per aggirare le regole dell’Europa è un’idea stupida. E controproducente con i tedeschi. Se ognuno nella Ue decide di fare ciò che vuole, l’Unione è finita. La vera battaglia oggi nella Ue è cambiare le regole”
Nell’analisi dell’ex ministro greco è la volontà del popolo a essere costantemente messa in secondo piano nelle decisioni dell’Unione Europea:
L’Europa è un edificio costruito male, dove un processo decisionale opaco presentato dalla burocrazia comunitaria come “apolitico e tecnico” sta rubando la democrazia al popolo. Guardi Tsipras. La primavera del 2015 di Atene è stata soffocata e il suo governo è stato costretto ad accettare ciò che era stato eletto per combattere. Oggi gli unici che difendono le pensioni sono i fascisti.
Renzi non viene perdonato, nonostante, le ultime prese di posizione a favore della flessibilità, per essersi messo dalla parte dei “falchi” quando la Grecia era al tavolo dei negoziati con i leader europei, “sull’orlo del baratro”: “Doveva saperlo che quel che imponevano a noi allora, sarebbe arrivato anche in Italia.
La Troika ha colpito Atene per dare un messaggio a Roma, Madrid e soprattutto a Parigi”.
Nella prospettiva di Varoufakis, infatti, la vera rivalità è quella fra Germania e Francia, come se due guerre mondiali e tutta la storia comunitaria non fossero servite a sopire le ambizioni di dominio di Berlino:
“Come la Grecia, il vostro paese è solo una vittima collaterale della guerra tra Germania e Francia. Schauble vuole portare la Troika a Parigi. E se non riportiamo il popolo al centro della democrazia nel vecchio continente, rischiamo di rivivere il disastro del 1930-31 quando alla crisi economica si rispose con il dumping del lavoro e mettendo i paesi europei uno contro l’altro, circolo vizioso che generò solo xenofobia. Non dobbiamo ripetere quegli errori.