New York – Le agenzie e i media italiani non ne parlano ancora, ma oggi in Italia e’ uscito un dato macro da strapparsi i capelli: le vendite al dettaglio sono crollate anno su anno, registrando il calo piu’ intenso di sempre in maggio.
Il risultato negativo su base tendenziale non trova infatti precedenti nelle serie storiche. L’indicatore – come evidenziato dal grafico di Markit – misura il cambiamento mese su mese delle vendite complessive.
Allo stesso tempo l’andamento delle spese al consumo, su base annuale, mostra una tendenza al ribasso negli ultimi tempi. Il che fa temere per un raggiungimento nei prossimi mesi dei livelli minimi testati nel 2009.
Sempre oggi l’Istat ha reso noti altre cifre macro, meno terribili. Nel mese di aprile 2012, l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali e’ aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 2,5% rispetto a aprile 2011, con un ulteriore rallentamento della dinamica tendenziale.
I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno crescono dello 0,3% rispetto a marzo e del 2,5% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra un incremento congiunturale dello 0,1% ed uno tendenziale dello 0,7%.
I prezzi dei beni venduti sul mercato estero aumentano dello 0,3% sul mese precedente, con una crescita dello 0,3% per l’area euro e dello 0,2% per l’area non euro. In termini tendenziali si registra un incremento dell’1,8% (+1,0% per l’area euro e +2,5% per quella non euro). Il contributo maggiore alla crescita tendenziale dell’indice dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dalla componente relativa al comparto energetico (1,5 punti percentuali). Anche per il mercato estero i contributi piu’ rilevanti derivano, sia per l’area euro sia per l’area non euro, dal raggruppamento energetico (rispettivamente 0,4 e 0,8 punti percentuali).
Il settore di attivita’ economica per il quale si rileva la crescita tendenziale dei prezzi piu’ marcata e’ quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con un incremento del 10,3% sul mercato interno e del 18,9% su quello estero.