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Venerdì nero per le Borse, Ftse Mib buca la soglia dei 23 mila punti

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Un’altra giornata di forte tensione per le Borse e il comparto delle materie prime, con l’esercito russo in Ucraina all’attacco della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Dopo un avvio di contrattazioni in calo, il bilancio peggiora nettamente: intorno alle 11,00 Parigi ha registrato una perdita del 3,4%, Francoforte del 3,2%, Amsterdam del 2,9%, Londra del 2,7% e Madrid del 2,3%. Maglia nera a Milano, dove il Ftse Mib lascia sul terreno oltre 4%, bucando la soglia psicologica dei 23 mila punti per la prima volta dal 5 marzo 2021.

In coda al Ftse Mib i bancari (Bper -8,1%, Uncredit -8%, Banca Mediolanum -6,2%, Banco Bpm -5,9%, Intesa Sanpaolo -4,5%). Continua anche la corsa al ribasso di Telecom (-6,9%).

Dall’inizio della guerra in Ucraina, Piazza Affari segna una correzione del 10% tornando ai minimi da marzo 2021. Parigi e Francoforte arretrano del 2,3%: il bilancio dall’inizio del conflitto e’ di -8% per il Cac40 e -8,5% per il Dax40.

A Milano continua la caduta di Tim (-7%), molto pesanti i titoli bancari: -6,7% Bper, -5,7% Unicredit, -4,6% Banco Bpm. Male il risparmio gestito. Tra gli industriali giu’ Iveco, Buzzi e Stellantis (-4,2%).

Seduta da dimenticare per le Borse di Asia e Pacifico in deciso calo con l’inasprirsi del conflitto in Ucraina. Tokyo in chiusura lascia sul terreno, nell’ultima seduta della settimana, il 2,23%. Pesante anche Hong Kong che cede il 2,69%. Shanghai e Shenzhen hanno invece chiuso con una flessione rispettivamente dello 0,96% e dell’1,28% Sydney invece dello 0,57% e Seul dell’1,22%.

Borsa Mosca chiusa per il quinto giorno di fila

La Borsa di Mosca resta chiusa per il quinto giorno consecutivo, segnando un record nella storia del Paese.  Dall’ultima volta che la Piazza di Mosca è stata aperta, i i titoli russi quotati a Londra hanno azzerato il proprio valore, prima di essere sospesi. Le aziende europee esposte in Russia hanno perso più di 100 miliardi di dollari di valore.

Forex: euro al tappeto

L’euro va verso la peggiore seduta nei confronti del dollaro in quasi due anni: la moneta unica è scesa fino a un minimo di 1,101 dollari, il punto più basso da maggio 2020, e passa ora di mano a 1,1017 (1,102 in avvio e 1,1076 ieri in chiusura) e a 127,129 yen (127,19 in apertura, da 128,18). Il rublo resta debole sul dollaro ma recupera. La moneta russa, che prima della guerra in Ucraina trattava a 75 sul dollaro, viene scambiata a 110 sul biglietto verde, dopo i 117 di ieri.

Materie prime

Nel mercato delle materie prime, tornano a salire il gas e petrolio. Dopo un avvio sotto i 150 euro, il prezzo ad Amsterdam allunga a 175 euro Mwh con un incremento dell’ 8,8% ma ancora lontano dal massimi di 200 euro anche se c’è forte volatilità. La quotazione a Londra è a 415 penny al Mmbtu con un rialzo dell’8%. In rialzo anche il petrolio (+1,75% a 109,23 dollari al barile il Wti aprile, +1% a 111,56 dollari il Brent maggio).