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Venezuela, boom transazioni in Bitcoin: è record

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Il volume dei Bitcoin scambiati nel Venezuela, colpito da una vertiginosa inflazione e da una profonda crisi politica, ha raggiunto un nuovo livello record. Il successo delle criptovalute in Venezuela, di per sé, non è una novità. Già nel settembre 2017 il ceo di Andean Capital Advisors, Daniel Osorio, aveva dichiarato in un’intervista che il Venezuela sarebbe potuto diventare il primo Paese ad adottare, di fatto, il Bitcoin come moneta. Questo come reazione alla volatilità dei prezzi che già allora stava colpendo il Paese. La situazione, nel frattempo, è assai peggiorata.

Così, l’attrattiva del Bitcoin come moneta di scambio è cresciuta fino a raggiungere, secondo i dati Coin Dance, un volume di scambi settimanali pari a 2.454 Bitcoin. Al cambio di 3.553 dollari, ciò si traduce in 1,29 milioni di dollari scambiati ogni giorno nella settimana conclusa il 10 febbraio. Nel corso degli ultimi mesi, all’aggravarsi della crisi politica, si è affiancata una sempre maggiore quantità di Bitcoin scambiati (grafico in basso), un trend che ha visto una decisa accelerazione a partire dal 2019.

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Considerate le previsioni per l’inflazione dell’anno in corso, ciò appare come una mossa del tutto razionale: il Bolivar venezuelano dovrebbe fare i conti con un aumento dei prezzi del 10.000.000%.
La presidenza Maduro la scorsa settimana ha provato a mettere un freno alle rimesse di denaro provenienti in Bitcoin dall’estero. La Soprintendenza nazionale delle attività crypto del Venezuela (Sunacrip) ha stabilito per decreto che le transazioni in criptovalute potranno essere tassate fino al 15% dell’importo.