È il giorno della verità per la Petróleos de Venezuela (Pdvsa) e per la credibilità finanziaria del Paese, se questo venerdì notte non verranno corrisposti i pagamenti del bond a scadenza 2020, con ogni probabilità verrà dichiarato il default della compagnia.
Finora la clearing house Euroclear non ha ricevuto i pagamenti né sulla tranche in scadenza nel 2020, né sui bond minori, ritardi che non sono stati accompagnati da spiegazioni e che stanno innervosendo gli investitori. I pagamenti dovuti entro la prossima settimana, relativi alle cedole dei bond, ammontano a 2 miliardi di dollari; il collaterale è costituito da azioni della compagnia americana Citgo, attiva nella raffinazione del petrolio e la distribuzione di carburante.
Secondo le probabilità derivanti dalle valutazioni dei Credit default swap (i derivati che permettono di proteggersi dal rischio d’insolvenza di un emittente), la bancarotta del Paese è data come probabile al 73% entro il prossimo anno, mentre quella della compagnia petrolifera Pdvsa è al 77%.
Ciò che sembra confermato da due fonti raggiunte da Reuters è che la società ha avuto un incontro con il governo sulla possibilità di ricorrere al default: a spingere sulla necessità di continuare i pagamenti sarebbero soprattutto i vertici della Pdvsa, mentre a propendere per il default è il governo centrale.
Nel frattempo l’assemblea costituente del Paese ha nominato, giovedì, il nuovo presidente della banca centrale: sarà il ministro delle Finanze Ramon Lobo, che dovrebbe ricoprire entrambe le cariche allo stesso tempo (nessun nuovo ministro è stato indicato).