Le casse dello Stato del Venezuela sono in profondo rosso, con sette bond del Venezuela ad oggi non hanno pagato le cedole previste: 590 milioni di dollari.
Il rating di Fitch di fine agosto indica “CC”, Moody’s giudica “CC” la qualità del credito, mentre S&P ha un’opinione di “CCC-“, con outlook negativo: il default è probabile.
Circola anche un’indiscrezione circa oltre trenta tonnellate di lingotti d’oro del Venezuela, per un valore di 1,7 miliardi di dollari, dati a garanzia di Deutsche Bank per un prestito di 1,2 miliardi di dollari con scadenza ottobre 2017.
Non avendo pagato già sette cedole, è probabile che il Venezuela non restituirà il denaro alla banca tedesca, perdendo l’oro dato a garanzia, a meno della differenza rispetto al prestito stimata intorno ai 500 milioni di dollari.
La situazione del Venezuela è drammatica, la popolazione è alla fame da anni, la delinquenza è su livelli stellari, l’inflazione tocca numeri da capogiro. Ed anche le società petrolifere, unico sostegno per le casse statali del Venezuela, sono in difficoltà per i bassi livelli del prezzo del petrolio.
Il default sembra l’unica strada percorribile, oltre 140 miliardi di dollari sono i debiti del Venezuela verso l’estero.
L’oro nelle casse del Venezuela in un anno si è quasi dimezzato. Gli unici vincitori sono le banche che speculano sulla crisi del Venezuela, prestando denaro a prezzi elevati ricevendo garanzie d’oro.
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