Economia

Venezuela: Maduro lancia la sua criptovaluta Petro

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CARACAS (WSI) – Una petro-criptovaluta che possa aiutare il governo a fare transazioni finanziarie e ad aggirare le sanzioni occidentali. Questo l’obiettivo della nuova moneta digitale che lancia il Venezuela di Nicolas Maduro in pre-vendita domani 20 febbraio.

Sia gli Stati Uniti che l’Unione europea hanno imposto sanzioni economiche al Venezuela e lo scorso anno l’Economist Intelligence Unit’s Democracy Index ha declassato il Venezuela da “regime ibrido” a “regime autoritario” a causa del suo “continuo scivolamento verso la dittatura”. Il paese è entrato in una profonda recessione dove oltre all‘inflazione a quattro cifre, +2.616%, secondo i dati dell’Assemblea Nazionale, ha assistito ad un crollo della produzione petrolifera, scesa del 29 per cento nel 2017.

E’ il 3 novembre 2017 quando il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato in un discorso televisivo l’arrivo del Petro, una nuova moneta virtuale legata al petrolio, affermando che sarebbe stata sostenuto dalle riserve venezuelane di petrolio, benzina oro e diamanti. Il petro non sostituirà il bolivar ma sarà un mezzo per acquistare beni e servizi, e soprattutto per  sfidare la “tirannia del dollaro” e far uscire il paese dalla crisi.

Secondo il giornalista Francisco Toro, il Petro è il frutto della “disperazione” del Venezuela a causa del suo isolamento economico dagli Stati Uniti. Ma c’è anche chi sottolinea come molti altri paesi potrebbero seguire l’esempio di Maduro, primo fra tutti Putin. “Putin e Maduro hanno problemi molto simili”, dice Mati Greenspan, senior market analyst di eToro, alla Cnbc.

“Entrambi dipendono fortemente dal prezzo del greggio, che negli ultimi anni è stato piuttosto instabile. Entrambi hanno problemi con le sanzioni degli Stati Uniti e con il dollaro USA come valuta di riserva mondiale (…) Il Petro è un’idea eccellente”.

Negli ultimi mesi la Russia sta valutando di adottare una versione digitale della propria moneta, il rublo da utilizzare come mezzo per il paese di eludere le sanzioni occidentali, scrive il Financial Times, seguendo così l’esempio di Maduro in Venezuela. Per Francisco Toro, in realtà è in forte dubbi il fatto che altri paesi – in particolare la Russia – avrebbero cercato nella criptovalute del Venezuela l’ ispirazione per i propri progetti.

“Se la Russia sta per lanciare un cripto-rublo, non sta copiando da qualche repubblica delle banane. E’ ridicolo”.

In ogni caso i paesi colpiti da sanzioni non sono i soli a considerare la possibilità di una propria moneta digitale. Molti in tutto il mondo stanno abbracciando l’idea di una moneta virtuale. La Svezia, ad esempio, sta esaminando la possibilità di una versione digitale della corona svedese, l’ekrona e altri tra cui il Giappone, Singapore e l’Estonia, stanno anche prendendo in considerazione tali alternative digitali alla moneta forte.