Le arepas, questo tradizionale pane venezuelano, qui a Caracas vengono divorato a ogni ora del giorno e della notte. Ma anche questo piatto tradizionale del venezuela è stato pesantemente colpito dalla impennata dei prezzi.
Nell’ultimo anno sono cresciuti più di un terzo e gli economisti parlano già del Venezuela come del paese con il più alto tasso di inflazione del 2013. “Sarà un anno di carestia, povertà e inflazione”, prospetta un economista.
Per capire il perchè occorre tenere presente un elemento: l’impatto del mercato nero della valuta. Attualmente 1 dollaro vale 4,3 bolivares, e questo è il tasso di cambio ufficiale. Ma ne esiste uno illegale: durante le elezioni in ottobre al mercato nero 8 bolivares erano scambiate con 1 dollaro, tre mesi dopo il tasso è raddoppiato.
“Abbiamo una differenza tra il tasso illegale e quello ufficiale del 400%”. E così anche i prezzi riflettono l’inflazione del mercato nero. Quello che in realtà consente a questo paese di andare avanti è la sua vasta produzione di petrolio e le sue riserve.
Il boom petrolifero degli ultimi 15 anni ha permesso al Venezuela di moltiplicare per 8 volte i profitti. Che, secondo molti, Chavez ha sperperato con la sua politica di “petro-populismo”. “C’è stato il più grosso boom petrolifero di sempre e lui avrebbe potuto trasformare l’economia invece ha dissipato i guadagni.
Non li ha investiti nell’economia del paese, nè per trasformare la società venezuelana ma solo per importare più beni e servizi dall’estero così da creare un senso di benessere che è lontano dalla nostra reale produttivitàIl Venezuela infatti produce molto poco se si fa eccezione per il petrolio. Questo significa che anche gli ingredienti della sue arepa ora rischiano di essere prodotti all’estero. (TMNews)